La guerra in Ucraina sta spingendo verso nuovi equilibri politici europei. Dal 24 febbraio a oggi, infatti, Ucraina, seguita dopo poco da Moldavia e Georgia, ha fatto richiesta per entrare nell’Unione europea. L’Eurocamera, a sua volta, ha chiesto alle istituzioni preposte di concedere quanto prima a Kiev lo status di Paese candidato. Il prossimo step sarà quello di accelerare quanto più possibile le procedure per ridurre i tempi di ingresso. L’Austria, invece, frena ricordando che in coda ci sono altri Paesi che stanno lavorando per adeguarsi agli standard richiesti. Sarà quindi l’Ucraina il prossimo Paese membro dell’Ue?
Cosa bisogna fare per entrare in Europa
L’iter per entrare a far parte dell’Unione europea non è dei più brevi e semplici.
- Come primo passo si presenta formale richiesta al Consiglio Ue per accedere al ruolo di Paese candidato ufficiale.
- La Commissione europea relaziona sulle condizioni in cui si trova il Paese richiedente e dà parere favorevole alla richiesta. La richiesta deve essere poi approvata all’unanimità dal Consiglio europeo.
- Qui inizia la fase più lunga e corposa: quella dei negoziati. L’Unione europea ribadisce quelle che sono le condizioni per l’accesso e verifica il possesso dei requisiti. Il Paese richiedente, dal canto suo, attua tutte quelle riforme necessarie per adeguarsi agli standard richiesti. Gli ambiti nei quali è richiesto un allineamento agli standard sono sei: questioni fondamentali; mercato interno; competitività e crescita; agenda verde; agricoltura e coesione; relazioni esterne secondo quanto stabilito nei criteri di Copenaghen.
- Al termine dei negoziati l’ingresso ufficiale del Paese nell’Unione europea deve poggiarsi su un trattato di adesione approvato all’unanimità dal Consiglio dell’Ue e dal Parlamento europeo e ratificato da ciascun Stato membro.
Si intuisce che questo è un iter lungo che non si può esaurire in pochi mesi. La prima fase descritta si esaurisce nel giro di un anno e mezzo. La seconda richiede parecchi anni in più e vede il Paese interessato impegnato nell’attuazione di eventuali riforme necessarie.
Come agevolare l’Ucraina
Un modo per accelerare il processo di ingresso dell’Ucraina nell’Unione europea ci sarebbe e farebbe leva sull’accordo di associazione politica ed economica già esistente. Un accordo (bilaterale) di associazione è l’impegno che un Paese al di fuori dell’Unione assume per apportare gli adeguamenti richiesti in cambio di scambi economici e commerciali. L’accordo di associazione tra Europa e Ucraina è operativo dal 2017 e lo scorso 2021 erano stati fatti passi in avanti. La situazione in cui versa attualmente l’Ucraina farebbe il resto.
Ucraina Paese dell’Ue?
E’ giusto rispondere alle pressioni dell’Ucraina e lasciare ancora indietro Paesi come Albania, Montenegro, Macedonia del Nord e Serbia che da dieci anni si stanno impegnando nelle riforme per superare con successo la fase dei negoziati? E’ il dubbio che si è posto legittimamente il ministro degli Esteri austriaco Alexander Schallenberg. Quello di Schallenberg è un monito a seguire procedure più eque per garantire l’ingresso dell’Ucraina in Europa. Un monito che potrebbe trasformarsi in veto e far venire meno l’unanimità necessaria per concludere il percorso.