Dura sentenza da parte della Corte di Giustizia Europea agli aumenti di luce e gas, alcuni principi prima d’ora poco o mai rispettati dagli stati ossequiosi al volere della lobby delle compagnie energetiche. Per i giudici con sede in Lussemburgo, la società fornitrice, è obbligata a preannunciare all’utente l’incremento delle tariffe, fornendo anche la motivazione. E il consumatore ha diritto a essere posto in condizioni di recedere dal contratto di utenza o comunque di contestare la revisione.La controversia nasce in Germania, ma la sentenza avrà effetti in tutta l’area UE e obbligherà le imprese ad uniformarsi.
I giudici hanno rilevato che gli utenti rientrano nell’obbligo generale di approvvigionamento e sono soggetti a una tariffa standard. Ritengono dunque gli aumenti fatturati dalla compagnia «eccessivi e basati su clausole illegali».E in effetti le direttive comunitarie “energia elettrica” e “gas” non ammettono una normativa nazionale come quella tedesca che determina il contenuto dei contratti di fornitura dell’energia elettrica e del gas e consente ai fornitori di modificare la tariffa, senza però garantire che i consumatori siano informati in tempo utile dei motivi, delle condizioni e della portata del rincaro.
I principi comunitari, rilevano i giudici europei, «obbligano gli Stati membri a garantire un elevato livello di tutela dei consumatori riguardo alla trasparenza delle condizioni generali di contratto». Oltre al diritto di recedere dal contratto, previsto dalle direttive in caso di revisione di prezzo, i clienti devono anche avere il diritto di contestare la modifica della tariffa applicata alla fornitura.