Cinquecento anni fa, il 6 aprile 1520, all’età di 37 anni moriva Raffaello, genio del Rinascimento Italiano. Una bella notizia unisce il celebre artista di Urbino nel 500esimo della sua morte, il meraviglioso Castello di Gropparello, tra gli storici fondatori del circuito Castelli del Ducato, e la voglia di guardare in prospettiva al futuro, muovendo dalla grande lente d’ingrandimento sull’arte universale del passato: è in arrivo la produzione di un film storico su Raffaello Sanzio, firmato dal regista fiorentino Lorenzo Raveggi che sta progettando, in collaborazione con alcune grandi produzioni hollywoodiane, una pellicola importante su cui c’è molta attesa.
Tra le possibili location scelte da Raveggi per girare il film – coinvolte Toscana, Lombardia, Umbria, Marche, Emilia-Romagna, Campania, Lazio e Puglia – c’è proprio il bellissimo Castello di Gropparello in provincia di Piacenza, in alta Val Vezzeno, incastonato nella roccia di serpentino verde dove si anima il famoso per il Parco delle Fiabe, primo parco emotivo d’Italia amato dalle famiglie con bambini e gettonatissimo dalle scuole.
La notizia sul biopic è stata data da alcune testate di cinema. L’abbiamo verificata: e c’è tutto l’entusiasmo della famiglia Gibelli – con cui condividiamo la gioia e la soddisfazione come staff dei Castelli del Ducato – per il probabile coinvolgimento del Castello di Gropparello come set di alcune scene.
“Sono anni che seguiamo e stimiamo le produzioni di Raveggi ed è un grande onore che Gropparello possa essere un pezzetto di ambientazione per riportare in vita sullo schermo Raffaello – sottolineano Gianfranco e Rita Gibelli, proprietari del Castello di Gropparello – Le riprese di “Raffaello” saranno effettuate in Italia nelle più belle location dello Stivale e principalmente nei luoghi in cui il grande artista ha vissuto. Da parte nostra, mettiamo a disposizione un maniero antico, in un paesaggio mozzafiato, dove la natura boscosa e selvaggia attorno dà al castello una forza ancora maggiore. Gli spazi all’interno sono ampi e si prestano a moltissime situazioni e tematiche”.
Il regista Lorenzo Raveggi ha concesso questa intervista all’ufficio comunicazione dei Castelli del Ducato.
1. Come raccontare la grandezza di Raffaello capace di contenere in sé l’antico, che lo precede, e ad inventare un’arte che diventerà modello per i secoli?
“Raffaello è immenso e non ci sono parole per descriverlo. Poterlo raccontare filmicamente per me è più di un onore ma non ti concede sbagli, errori e banalità. Il ‘divino’ come veniva chiamato non era una casualità. Andava oltre e ognuno di noi – che cerchiamo di parlare di lui dobbiamo tentare di capire questo oltre – sforzandoci di abbandonare quella presunzione di mettere punti e virgole alla sua più illuminata vita. Personaggio controverso ma pieno di talenti. Le biografie su di lui, spesso, trascurano fatti essenziali come la sua stessa morte. Il grande urbinate morì avvelenato e complici illustri erano Sebastiano Del Piombo e Michelangelo, i quali non reggevano il successo e la potenza artistica di Raffaello.
2. In questo momento di pandemia mondiale, quale messaggio vorrebbe dare al mondo e agli Italiani? Con quale nuova consapevolezza e responsabilità si anima il suo film che accade in tempi così resilienti, complessi e difficili? Il messaggio di fare arte in questi tempi è molto chiaro. Questo momento storico non deve sorprendere giovani e anziani. Donne e uomini. Stiamo pagando un prezzo molto alto e un film su Raffaello è quanto mai contemporaneo: potrà entrare nel cervello e nel cuore di ognuno di noi che apparteniamo alla storia, può creare l’idea di un Nuovo Rinascimento. Poi, al suo, interno ci saranno una parte degli attori e attrici Hollywoodiani che per molti giovani sono eroi, poiché hanno interpretato dei ruoli di azione o Fantasy che hanno portato alla fama determinati personaggi. Ecco, qui avranno l’opportunità di rivedere i propri idoli in versione differente ma potrebbe essere l’occasione per appassionarsi al genere storico e avvicinarsi appassionandosi all’arte e la cultura.
3. Questo Raffaello è una sfida anche in termini di tempistiche: realizzare la pellicola in tempo per riuscire a distribuirla nei termini necessari per poter concorrere ai prossimi Academy Awards, Covid-19 permettendo. Noi faremo il tifo per lei fin da ora, con tutto l’orgoglio italiano che portiamo nel cuore. Come è il suo rapporto con il tempo e con la nuova gestione del tempo governato stavolta da logiche e direttive nazionali ed europee? Questo Covid-19 è una brutta bestia e non sappiamo chi colpisce e cosa. I professionisti che hanno obiettivi ben precisi cercano di portare a termine il proprio scopo creando strategie al fine di combattere gli ostacoli stessi. L’impegno è grande e mettere in piedi una produzione del genere tutta articolata non è una passeggiata. Restare sereni è fondamentale. Io sono sensibile alla mia bandiera e avrò bisogno proprio del vostro calore per raggiungere quanto è possibile raggiungere.
4. Lei ha parlato di “scene nelle scene di ogni dipinto”,“spettacolo nello spettacolo”: il Rinascimento di Raffaello con la sua macchina da presa quale cifra stilistica avrà? Immaginate un compendio di scene che racchiudono dipinti, affreschi, location da far girare la testa, arredi meravigliosi e tutto si muove anche all’interno di un dipinto. Il dipinto reale che fa muovere i personaggi al suo interno dove attrici e attori, paladini del cinema mondiale, divengono i personaggi di Raffaello. I colori, i costumi, tutto viene fuori da immagini dipinte andando oltre il 3D. Possiamo immaginare Amber Heard che viene fuori dal dipinto stesso creando suggestioni specialissime. L’affresco o il dipinto che vive tutto esattamente identico incomincia a muoversi. Pensate nelle Stanze Vaticane ‘La Scuola di Atene’ o il ‘Parnaso’ con queste ‘star’ che danno vita ai capolavori.
5. Il biopic si concentrerà su tre momenti della vita dell’artista: la sua formazione col Perugino, il periodo romano, e quello che lo vede coinvolto con la famiglia Gonzaga e il Viceré di Napoli. L’arte di Raffaello è immensa agli occhi di chiunque. Ma della sua biografia quale aspetto l’ha colpita di più?
Tutta la vita di Raffaello Sanzio ha un senso ma senza raccontarne alcuni passi romantici o misteri tipo la sua morte avrebbe rasentata la monotonia. Per esempio, nessuno ha scritto in passato di ciò che invece a me piace mettere in campo fra tanti particolari. Nel 1518, Raffaello ha trascorso del tempo a Napoli, ospite del Viceré Ramon De Cardona. All’epoca stava lì realizzando uno dei ritratti più belli, a mio giudizio, di tutta l’arte pittorica ovvero il ritratto di Giovanna D’Aragona. Giovanna D’Aragona/Isabel De Requesens. Isabel era la giovane e bellissima moglie del Viceré. Raffaello era estremamente affascinato da lei e dalla corte, che era ricca di calore spagnolo folgorato dalle bellezze del Golfo di Napoli. Quindi tanto per sognare, una sfilata di Raffaello che accompagna la principessa al banchetto, fiori e petali che vengono lanciati da putti ridenti dal terrazzato, un via vai di animali selvatici, uccelli colorati e pappagalli, vesti meravigliose da visuali inebrianti, costumi scintillanti che fanno da corredo allo strepitoso banchetto illuminato da fuochi d’artificio.
6. Fin da piccolo ha sempre avuto la passione per cinema, teatro lirico, storia e arte in genere. E i Castelli, visto che in un Castello si è sposato. Parlando di manieri, quale immaginario si attiva nella sua memoria e nella sua fantasia?
L’immaginario è quello di vivere nella storia. Di saperla rendere effettivamente tutta reale, togliendone i filtri del tempo e respirarla facendo in modo di provarne i veri sentimenti di un tempo, sempre e comunque. Pensate, è già complicato concentrare tutti gli sforzi sul rendere veritiero, senza dubbio alcuno, Raffaello che a tempo perso (in realtà non avrei tempo) sono agli studi teorici di un prossimo progetto dal titolo ‘Le donne di Tiziano’ e sarà anche questo un bel percorso ma ci vorrà un bel po’ di tempo… Poi, vedremo.
7. Viaggiare nella Storia per Lei significa?
Renderla viva nella tua vita e di chi intende venire con te a fare un percorso sensazionale che rimarrà per sempre nella tua testa e nel cuore.
8. Oltre alle sue opere, se ci dovesse consigliare tre film che lei porta nel cuore – assolutamente da vedere in questo tempo #iorestoacasa – quali sceglierebbe e perchè?
Ludwig di Luchino Visconti, versione integrale, perché è un capolavoro che fa vedere tutta l’arte scenografica di Luchino ma anche le idee sensazionali del famoso re delle favole. Il Gladiatore di Ridley Scott che vede una bella narrazione e un grande Russel Crowe. La Passione di Cristo di Mel Gibson dove si vive veramente lo strazio patito da Gesù.
9. Castelli del Ducato ha lanciato in questi ultimi anno un claim: Chiunque visita un Castello, ne diventa il Custode per Sempre. L’abbiamo cambiato – per il Coronavirus belligerante – in Castelli del Ducato – Custodi di Storia, Custodi di Vita : Custodi di Storie, Custodi di Vite. Certi che qui sia il legame tra passato, contemporaneità e futuro, chiediamo a Lei se si sente un Custode di Storie. E quali storie la colpiscono di più?
Castelli del Ducato fin dal principio è stata una associazione che ha cercato di creare molte iniziative per il territorio per far rivivere la storia. Mi sento anche io un custode della storia e ho amato come lo stesso Raffaello, le gesta di Alessandro Magno e poi tutto ciò che riguarda il Medio Evo e il Rinascimento. Nella letteratura mi viene in mente La Chanson De Roland, i poemi cavallereschi fra i quali L’Orlando Furioso dell’Ariosto per passare alla Gerusalemme Liberata del Tasso e così via.
10. Nel circuito dei Castelli del Ducato, ci sono i Luoghi Verdiani e a Castell’Arquato nacque Luigi Illica, librettista di Puccini. Oltre che molti teatri dove l’opera lirica è sempre andata in scena. Dal Teatro Verdi di Busseto con il Festival Verdi al Teatro Magnani di Fidenza, dalla Piazza del Borgo Storico di Vigoleno a corti di rocche e castelli, con nomi di primo piano, basti ricordare alcuni anni fa Raina Kabaivanska alla Rocca di Fontanellato: il suo forte legame con la lirica come si esplica?
La lirica è stata parte integrante della mia preparazione di gioventù e oltre. E’ tuttora una grande passione e quando sento alcune note mi toccano irrimediabilmente il cuore. Tutta la zona dell’Emilia-Romagna è una fonte di eventi importanti. Io ricordo un San Silvestro di alcuni anni fa al Teatro Regio di Parma. Fantastico!