(Adnkronos) – “Auspichiamo l’introduzione di soluzioni condivise e innovative richieste dal settore a fronte del forte rincaro delle concessioni”. Ad affermarlo è l’associazione Logico nel corso dell’audizione nelle Commissioni Bilancio e Finanze del Senato. “Preso atto” dell’intenzione del Governo di incrementare notevolmente il costo per ciascun operatore delle nuove concessioni per il gioco online, Logico ha ricordato le esigenze del settore: Nuovi strumenti per tutelare i minori promuovendo il gioco legale, interventi per garantire la solidità organizzativa ed economica del sistema, misure di prevenzione, contrasto e repressione del gioco illegale.
Queste le principali osservazioni degli associati soprattutto a fronte di un incremento del costo delle licenze senza precedenti negli altri mercati europei, dove prevale l’applicazione del costo di licenza parametrato al volume d’affari netto dell’operatore. Se anche si realizzasse quanto prevede la Relazione Tecnica al Dlgs con un taglio a 50 concessionari rispetto agli attuali 93, sottolinea Logico, “avremmo una decurtazione del 50% del mercato attuale, con il rischio di favorire la concentrazione in mano ad un numero ristretto di società e gruppi internazionali a scapito della qualità dei servizi forniti a condizioni meno vantaggiose per gli utenti.
Quello che auspica l’associazione è l’introduzione nel provvedimento di strumenti di prevenzione e contrasto del gioco patologico sul modello europeo, al pari di quello che sta portando avanti il Cen, con la sola partecipazione italiana garantita da Logico grazie alla collaborazione dell’Uni – Ente italiano di Unificazione”. Gli operatori chiedono anche da tempo “una regolamentazione sulla pubblicità e l’obbligo di investimento pubblicitario da destinare al gioco responsabile. Perché vietare la pubblicità sinora non ha portato vantaggi se non al gioco illegale”.
L’Associazione plaude invece “all’introduzione del contrasto al gioco online illegale attraverso l’impedimento delle transazioni ai prestatori di pagamento. Lo si attendeva da anni e sarebbe stato sufficiente dare attuazione alla previsione legislativa (identica) nel Decreto Fiscale del 2019, o alla previsione (identica) della previsione nella Manovra d’estate del 2011, entrambe mai attuate. Peccato però che tale ‘scudo’ venga riproposto in concomitanza con la preannunciata espulsione di una folta schiera di concessionari, che, una volta espulsi, non potranno più operare in Italia”.
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