E’ un fenomeno poco discusso, ma che lentamente inzia ad estendersi a macchia d’olio in molti paesi europei. Stiamo parlando dell’obsolscenza programmata. Una pratica per guadagnare cash in modo molto semplice: programmando la rottura dei nostri congegni tecnologici. La questione principale é: può essere considerata tale attività un reato? In Francia la questione è molto dibattuta. L’introduzione di un progetto di legge comporterebbe per le aziende il rischio di reclusione per due anni e una multa da 300mila euro. Una pratica che danneggia i portafogli dei consumatori oggi più che mai alle prese con i-phone e Apple. Lo scopo è quello di indurre i clienti delle case produttrici più in voga, a comprare le ultime versioni dei loro prodotti mantenendo in questo modo alte le vendite. Se un I-Phone funzionasse bene sempre, nessuno penserebbe di comprarne uno nuovo, o forse no? Si sa che il passaggio da un prodotto al’altro non é semplice per un consumatore medio nell’utilizzo dei nuovi congegni; spesso accade, soprattutto per gli impallinati di tecnologia, di non potersi portare dietro tutta una serie di applicazioni e servizi offerti da un marchio su quello scelto come sostituto. Si resta legati a determinati marchi perchè possiedono determinate caratteristiche che soddisfano le esigenze del consumatore. Ricordate l’indistruttibile NoKia 3310? Poteva caderci dalla tasca, finire disgraziatamente nel water, ma nonostante gli urti, non ci abbandonava mai. Oggi invece, tutto cambia e si trasforma: La tecnologia viene utilizzata per sfruttare la capacità economica del consumatore, il quale si lascia ammaliare da modello, dalla moda che seguono tutti lasciandosi avvolgere dalla tristezza dell’essere omologati e omologabili. In questo modo, le versioni dei prodotti più aggiornate aventi funzionalità sorprendenti, inducono i clienti a comprarli a tal punto da essere disposti a fare degli investimenti. Apple ha utilizzato spesso questa strategia e i risultati sono stati visibili a tutti. Ma ora il gioco sembra funzionare peggio perchè i nuovi modelli danno meno l’idea di portare con loro grandi innovazioni. E cosa c’è di meglio nel manometterli inducendo il consumatore ad affrontare una spesa maggiore senza che lui sappia l’origine reale della “rottura”? In Italia come funziona questa faccenda? Come sempre le regole per le fattispecie di reato e di truffa e frode in commercio già sono in vigore dal 1930 e basterebbe di per se a rendere punibili i reati. Ma questa è un’altra storia, vero?
2 Ottobre 2014
L’OBSOLESCENZA PROGRAMMATA !
Scritto da Giulia Sangiuliano
Gli inglesi la definiscono built - in obsolescence, ed è una politica diretta utilizzata in economia industriale a predefinire il ciclo di vita di un prodotto affinché l'uso venga limitato ad un preciso periodo. Noi parliamo di obsolescenza programmata applicata a congegni tecnologici. Di cosa si tratta? Semplice: pre - programmare la rottura di un prodotto inducendo i consumatori ad acquistare la versione aggiornata. A guadagnarci? I produttori.