Torna la tensione sul confine tra Israele e Libano. Il governo Isrealiano dichiara uno sventato “attacco” del commando di Hezbollah respingendo 4 o 5 inflitrati. Hezbollah nega e promette «rappresaglia al momento opportuno» per un raid di giorni fa.
Tornano le armi al confine tra Israele e Libano
Per un paio d’ore sembra essere tornati (per l’ennesima volta) in guerra. Colpi di artiglieria e proiettili volano sul confine tra Israele e Libano. Quando la nebbia della armi si dilata e la situazione si calma definitivamente arrivano le motivazioni dietro le nuove tensioni in un area che da troppo tempo vive una situazione di calma apparente. Tranquillità solo fittizia che aspetta solo il prossimo pretesto bellicoso per tornare ad essere scenario di una guerra infinita.
Lo sventato “attacco” del commando di Hezbollah: cos’è successo?
L’esercito israeliano ha sventato un attacco di un commando di Hezbollah entrato in territorio dello stato ebraico. Lo riferiscono i media che citano fonti militari secondo cui i soldati israeliani avrebbero sorpreso in tempo il commando fermandolo. Ma non si hanno altri particolari. Non sono comunque segnalate vittime israeliane. Al momento nella zona sembra sia ritornata la calma, l’esercito però mantiene lo stato di allerta. Il premier Benyamin Netanyahu ha lasciato una riunione del Likud per recarsi al ministero della Difesa dopo aver appreso dell’incidente di sicurezza al confine con il Libano e la Siria. Prima di andare via ha detto: “è in corso un incidente non semplice”. Anche il ministro della difesa Benny Gantz ha lasciato la Knesset per rientrare in sede. Un portavoce militare citato dai media israeliani aveva confermato che Israele stava rispondendo con un fuoco di artiglieria, mentre aerei sorvolavano la zona.
La risposta di Hezbollah
Secondo i portavoce di Hezbollah non è successo niente, lo «scontro» sarebbe stato causato dal nervosismo dei militari israeliani, in stato di allerta dopo che una settimana fa un raid vicino a Damasco ha ucciso 5 combattenti stranieri, tra loro Ali Kamel Mohsen, un comandante di Hezbollah. Dietro l’operazione, sostengono fonti siriane, c’era Israele e Hassan Nasrallah, leader del movimento, ha promesso vendetta. Adesso dice: «La nostra rappresaglia arriverà al momento opportuno».