Lo striscione di Verona-Napoli arriva in Parlamento. Detto così sembra quasi surreale che in un momento delicato come quello che stiamo vivendo il Parlamento debba occuparsi di calcio o peggio di striscioni da stadio come quello apparso la settimana scorsa.
Una piccola premessa la facciamo per quelli totalmente a digiuno di cose calcistiche. Cominciamo dicendo, cosa fra l’altro nota a tutti, che la rivalità fra Verona e Napoli è fra le più ataviche nel tifo pallonaro nostrano.
Un poco di storia
Non si sa più nemmeno il perché sia nato quest’astio essendo squadre che solo nel corso degli anni ’80 sono stati contendenti per lo scudetto. E’ proprio in quell’epoca che i battibecchi s’inaspriscono con i soliti cori (che si ripetono tutt’ora ad onore di cronaca) che hanno sempre accolto i napoletani da: “Colerosi” a “Lavatevi” o “Terremotati”.
I tifosi, non solo di Verona, ma a dire il vero di molti stadi del nord, non hanno mancato di condire con sputi, sacchetti d’immondizia in bella mostra ed altre amenità l’accoglienza ai partenopei. Il napoletano, si sa, subisce ma quando risponde lo fa con acume ed ironia e così al San Paolo apparì il mitico striscione: “Giulietta è na zoccola!”
Genialità vs Stupidità
Da quel momento è tutto un susseguirsi d’insulti da una parte e dall’altra e quest’anno i tifosi del Verona, una parte ovviamente, si sono di molto arrovellati le meningi per creare uno striscione originale per mettere in difficoltà i napoletani.
Alla fine hanno partorito questo riprodotto più se che altro non raffigura che le coordinate di Napoli suggerite onde bombardare la città affidandosi alla ‘bontà’ dei russi. La cosa ha suscitato sdegno, ovviamente, e condanne in maniera trasversale se si eccettua i soliti due o tre intrattenitori radiofonici e di carta da zucchero (scusate ma chiamarli giornalisti fa veramente male alla professione) che pur di dare addosso a Napoli e napoletani passerebbero su tutto.
Strascichi
Sta di fatto che gl’invocati provvedimenti delle autorità contro la tifoseria in questione e gli appelli alla federazione d’intervenire con la mano pesante sono caduti nel vuoto. Solo il giudice sportivo ha squalificato la curva veronese ma non per quel ‘capolavoro’ bensì per i soliti cori razzisti durante la partita.
Altro non è stato possibile perché lo striscione in questione è stato scaltramente esposto fuori dallo stadio e non dentro, ovviamente. Il cattivo gusto e l’offesa a chi il conflitto lo sta subendo davvero passa in cavalleria. Qualcuno per cavalcare i soliti modi del “benpensare” ha creduto opportuno sottolineare il sessismo del precedente e famoso striscione dei napoletani. Commentare? Perché?
Certo lo strascico più forte è che il Verona la partita l’ha persa sul campo. L’ha persa, poi, ad opera dell’ingiuriato Osimhen con due missili nella porta scaligera sganciati direttamente da piede e testa del centravanti nigeriano del Napoli.
L’interrogazione
Ci hanno pensato i senatori Ruotolo e Quagliariello a portare la querelle in aula in Parlamento. Ecco un’interrogazione alla ministra Lamorgese per sapere quali azioni il governo vuole mettere in atto per scongiurare il ripetersi di questi episodi.
Per affrontare la piaga del razzismo negli stadi e per mettere fine a questa deriva che non vive più di contrapposizioni sportive, di campanilismo ma di odio radicato e profondo verso gli altri. Poco importa se questi altri sono napoletani, africani, disabili o normodotati. Non esistono più avversari ma nemici.
Ricordare quanto fatto in Inghilterra contro gli Hooligans è inutile perché qui bisogna accordarsi su un concetto primario: si vuole colpire ed annientare questa piaga oppure no? La FIGC si è inventata il concetto di discriminazione territoriale per i cori razzisti contro i napoletani ( e non solo ). Un atto depenalizzante che ha voluto annacquare la gravità dei fatti. Questo lo stato dei fatti attuali.
Senatori attaccati
Ovviamente i senatori sono stati attaccati perché il governo ha altro a cui dedicarsi secondo i soliti soloni. Perché esistono cittadini di seria A e di serie B. Perché guai dire che l’italiano medio è intimamente razzista. Guai perché ora accogliamo i profughi ucraini (e ci mancherebbe anche che ci girassimo dall’altra parte) ma certo lo stesso zelo non lo abbiamo avuto con siriani, iracheni, curdi o tanti altri che pure fuggivano da orrori magari meno coperti da servizi giornalistici h.24.
Hanno fatto bene i senatori, invece, diciamo noi e dovrebbero mettere il governo di fronte alle proprie responsabilità e costringerlo ad adottare provvedimenti per stanare questo “tifo” estirpandolo come fu fatto nel Regno Unito decenni fa.
Si, d’accordo il cambio deve essere culturale ma ora trovare il modo di assestare dei bei calcioni nelle terga di questi personaggi e di quelli che li giustificano è anch’essa un’azione di cui il ministro si deve fare carico prima che sia troppo tardi.