Che le donnesiano state per lungo tempo più longeve degli uomini non è un segreto, è una realtà a portata di mano ma cosa sta accadendo nella nostra società? Quali sono i cambiamenti che la modernità ha portato con sé? Il progresso ha veramente giovato a tutti? La risposta è “ni”, il dubbio, purtroppo, rimane. E’ un dato di fatto che i tempi cambino e, com’è noto, il cambiamento ha sempre due facce e pare che pagarne le spese siano prevalentemente le donne.
Su questo tema si è espresso un lungo studio condotto dal Britain’s Office for National Statistics, il dato emerso è molto semplice: lo stress uccide. Per arrivare a questa apparentemente semplice affermazione, c’è voluto tempo e fatica e, forse, anche un po’ di stress. Sono stati analizzati 50 anni di storia e di dati per elaborare i tassi di mortalità di uomini e donne. I dati parlano chiaro, se le donne prima vivevano più a lungo degli uomini, ora rallentano il passo, questo, a causa dello stress derivante dal cercare di conciliare gli impegni lavorativi con la gestione della casa e della famiglia. L’emancipazione ottenuta con tanti sforzi, la tanto desiderata parità dei sessi, hanno portato grandi vantaggi al popolo femminile ma il prezzo non è stato poi così basso. Anche se i tassi di mortalità hanno registrato un miglioramento complessivo sia per uomini che per donne il peso dello stress dei nostri tempi grava per lo più sul gentil sesso.
A tutto c’è una spiegazione, secondo gli scienziati, in effetti, è una questione di salute, le donne sotto stress tendono a intraprendere dei comportamenti poco sani come bere, fumare. Atteggiamenti, che, tendenzialmente, l’uomo moderno cerca di dismettere. Questo, inevitabilmente, si traduce in un migliore stato di salute del sesso maschile rispetto a quello femminile e, conseguentemente, all’aumento dell’aspettativa di vita maschile.
Negli ultimi 50 anni un numero sempre maggiore di donne è entrato a far parte della forza lavoro, questo, ha generato l’innalzamento dei livelli di stress, che ha manipolato lo stile di vita delle donne che, a sua volta, ha suggestionato la salute di queste.
Si pensi che nel 1963 i tassi di mortalità maschile erano il doppio rispetto a quelli femminili, nel 2013, invece, il divario si è notevolmente ridotto. Sempre circa 50 anni fa nel 1963 si calcolava che gli uomini avessero un’aspettativa di vita minore rispetto alle donne, nel 2013 l’aspettativa si è equiparata aumentando per entrambi i sessi, tuttavia, è evidente che i maschietti ci hanno guadagnato se si considera che a parità di età media il 29% dei decessi è assegnato agli uomini e il 48% alle donne.