Cento anni fa, il 29 maggio 1920, Giovanni Battista Montini veniva ordinato sacerdote. Da quella data iniziò una carriera molto intensa: Nunzio apostolico in Polonia, assistente ecclesiastico nazionale della FUCI, Segretario di Stato, Arcivescovo di Milano e, nel 1963, l’elezione a Papa con il nome di Paolo VI. Il suo mandato, durato quindici anni, accompagnò l’Italia dal boom economico seguito alla fine della Seconda Guerra Mondiale alla stagione delle contestazioni e della grandi battaglie civili. Lo ricordiamo come il papa del Concilio Vaticano II, della riforma che ha portato le liturgie a essere quelle che conosciamo oggi. Lo ricordiamo anche per un curioso aneddoto secondo il quale Paolo VI avrebbe avuto un sosia.
Il pontificato di Paolo VI
Se volessimo definire chi è stato Paolo VI per la Chiesa, dovremmo dire che egli è stato il papa della trasformazione. E’ stato il primo pontefice a viaggiare nel mondo. Ha riconciliato la Chiesa cattolica con quella Ortodossa. Ha abolito l’indice dei libri proibiti. Certi suoi gesti sono stati emblematici come la rinuncia alla tiara papale messa all’asta per beneficenza. Nel 1966 celebrò la messa di Natale a Firenze, città martoriata dall’alluvione, e due anni dopo presso l’Ilva di Taranto. La sua vocazione riformista, tuttavia, si evince dai documenti del Concilio Vaticano II che volle portare a termine dopo la sospensione per la morte del suo precedessore, Giovanni XXIII. Fu stabilito, infatti, che la messa fosse celebrata nelle lingue volgari e non più in latino. Paolo VI volle che i documenti fossero scritti con un linguaggio semplice senza definizioni complesse in modo da dialogare con più facilità con il popolo dei fedeli. Anche dopo la fine del Concilio continuò ad affrontare temi importanti come il celibato dei sacerdoti che fu ribadito. O come la contraccezione, stigmatizzata perché ritenuta una distorsione della natura procreativa del matrimonio e dell’amore coniugale.
Un Papa sospeso tra tradizione e modernità
Il pontificato di Paolo VI si svolse in un momento storico in cui le correnti di pensiero più tradizionali si scontravano quelle di derivazione marxista. Per quanto avesse cercato di aprire la Chiesa al dialogo con i fedeli, l’operato del Papa fu criticato da entrambi i lati. Troppo progressista per alcuni, poco coraggioso per altri, tanto che si guadagnò il soprannome di Paolo mesto. Se le forti tensioni sociali dell’epoca possono in qualche modo giustificare le critiche, e nonostante la sua figura sia stata per certi versi offuscata con il passare degli anni, oggi una delle sue frasi più celebri risuona più attuale che mai: “La terra è stata data a tutti, non solo ai ricchi“.
Il sosia di papa Paolo VI
Il papa che portò a termine il Concilio Vaticano II, Paolo VI, era proprio Giovanni Battista Montini? Un curioso aneddoto, o forse un’ardita tesi complottistica, vuole che il papa a un certo punto fosse stato rinchiuso nei sotterranei del Vaticano e sostituito da una persona molto somigliante. Al suo posto sarebbe stato scelto un massone per un controllo più ravvicinato della Banca Vaticana. A comprova di questa tesi ci sarebbero dei raffronti fotografici che dimostrerebbero delle differenze somatiche tra Paolo VI e il suo sosia e le raffigurazioni sulla porta di bronzo vaticana. Dei quattro padri conciliari tre sono ritratti di fronte mentre Paolo VI di profilo per dare mostra alla stella a cinque punte simbolo della massoneria. La circostanza che a tratti sembra assumere connotati inquietanti sarebbe confermata a modo sua anche dalle rivelazioni di alcune veggenti. Materiale prezioso per nuove e promettenti serie tv.