Il contributo dello Stato alla dignità della persona disabile? Nulla, secondo la Finanziaria 2011
Ecco i dati estratti dal documento finale: zero denaro per garantire livelli essenziali delle prestazioni assistenziali in favore delle persone non autosufficienti; zero denaro per il fondo dei servizi per l’infanzia; taglio di circa il 45% nel 2013 per il fondo delle politiche della famiglia; taglio del 20% nel 2013 per il fondo delle politiche giovanili; Ancora tagli del 60% previsti per il 2013, al fondo affitti che consentirebbe al disabile di ricevere un contributo sulle spese di locazione casa; solo 44,6 milioni di euro per il 2013, al fondo per le politiche sociali (Nel 2008 erano 929,3 milioni di euro – ndr). In parole semplici lo Stato ha deciso la fine delle politiche sociali entro i prossimi 5 anni.
E non è ancora finita: Il governo Monti ha ordinato al Ministero del Welfare il compito di aggiornare i parametri ISEE. Ma è già pubblica una bozza del decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri che ha inevitabilmente messo in allarme le associazioni dei disabili ed invalidi tutti. Risulta infatti che la concessione dei benefici e degli assegni scatterebbe solo in presenza di un reddito sotto i 15 mila euro. Ossia, il disabile che oggi beneficia di una pensione sociale e di assegno di accompagnamento, qualora proprietario della casa in cui vive, potrebbe, computando il patrimonio con le nuove rendite catastali, non rientrare più nei parametri ISEE.
Una rivoluzione contro i disabili e la famiglia. Finanziarie che hanno la forma di Legge di Stabilità e la sostanza di macelleria sociale. Questa è la direzione intrapresa dalla politica italiana. Ma fortunatamente ci sono ancora le associazioni e i volontari: martedì 12 giugno 2012, dalle ore 10 alle 21, presso la Villa Comunale di Napoli vedrà il via una festa speciale: “Giochi senza barriereâ€. Evento organizzato dall’associazione “tutti a scuola onlusâ€, a favore di bambini e familiari disabili. Tutte le iniziative sono gratuite e già finanziate esclusivamente attraverso il 5 per 1000 e le quote associative annuali.
Marco Calafiore