Dopo quasi due settimane dalla tregua con i palestinesi, lo Stato di Israele elegge il suo nuovo presidente: Issac Herzog. La Knesset, il parlamento israeliano, lo ha designato con 87 preferenze (alla sfidante Miriam Peretz, ne sono andate solo 26) e il suo mandato inizierà il prossimo 9 luglio in successione a quello di Reuven Rivlin. Una nomina, quella di Herzog, che, a prima vista, sembra segnare una svolta dopo la lunga era di Netanyahu, ma sarà davvero così? Cosa cambia ora per i rapporti tra Israele e Palestina?
Il nuovo presidente dello Stato di Israele: chi è Issac Herzog
Avvocato, leader del partito laburista, presidente dell’Agenzia ebraica, il curriculum di Issac Herzog è di tutto rispetto. Dopo aver terminato gli studi in legge presso l’Università di Tel Aviv, entra nello studio Herzog, Fox e Ne’eman (fondato dal padre). Nel 1999 entra in politica con i laburisti, prima come segretario di gabinetto dell’allora premier Ehud Barak, poi come parlamentare fino a diventare, nel 2013, capo del suo partito. Nel 2018 lascia l’incarico e assume la presidenza dell’Agenzia ebraica. Anche le sue origini sono di grande prestigio: suo padre, Chaim Herzog, è stato il sesto presidente dello Stato di Israele mentre suo nonno, Yitzhak HaLevi Herzog, è stato il primo rabbino capo ashkenazita di Israele.
Il presidente di tutti
“Intendo essere il presidente di tutti, di prestare ascolto a tutte le voci, nel tentativo di rintracciare le linee di convergenza sia all’interno della nostra società sia con i nostri fratelli e con le sorelle nella Diaspora” ha dichiarato il neo presidente per il quale “Le sfide sono molte e vanno prese con grande considerazione. E’ essenziale curare le ferite sanguinose che si sono aperte nella nostra società negli ultimi tempi. Dobbiamo inoltre difendere la posizione internazionale di Israele ed il suo buon nome fra i popoli. Dobbiamo anche combattere l’antisemitismo e l’odio di Israele. Occorre anche proteggere le colonne portanti della nostra democrazia“. Negli ambienti politici si parla di Herzog come di un uomo dallo stile educato e pacato ed egli stesso spera di seguire le orme di Shimon Peres.
Il nuovo governo
Se la nomina di un leader appartenente all’élite ashkenazita, che primeggia in Israele fin dalla nascita del suo Stato, non rappresenta una novità, non può dirsi lo stesso del nuovo governo che si accinge a nascere. Un governo che ha avuto bisogno del sostegno di ben otto forze politiche e che, dopo 13 anni, non conterà il Likud, il partito di Netanyahu. Il premier incaricato Yair Lapid, esponente del partito israeliano laico Yesh Atid, è riuscito a stringere un accordo con il partito centrista Blu e Bianco, i partiti di destra Casa Nostra, Yamina e Nuova Speranza, i partiti di sinistra come i laburisti e Meretz e il partito arabo-israeliano Lista Araba Unita. Riuscirà questo nuovo governo a sanare le ferite sanguinose come ha auspicato Herzog? Come proseguiranno ora i rapporti con Unione europea e Stati Uniti?
In copertina foto di Eduardo Castro da Pixabay