Mancano pochi giorni all’inizio della quinta edizione. Anche quest’anno lo Slow Film Fest sarà una kermesse itinerante e prenderà avvio nella Capitale.
Appuntamento a Roma dal 6 all’8 ottobre nel cuore dell’Esquilino, nello Spazio Apollo 11 (Via Nino Bixio, 80A), con un programma attento ai nuovi linguaggi e alla produzione cinematografica indipendente.
Dopo il successo delle prime quattro edizioni, lo Slow Film Fest, la prima kermesse interamente dedicata ad una visione cinematografica “slow”, continua ad essere un festival itinerante ed esperienziale, “slow” come il concetto alla base dell’iniziativa. Un evento che punta all’aggregazione e al confronto, non ad una semplice visione passiva, ad un “rallentamento” che è alla base del ritrovarsi e dell’incontro.
Al centro della manifestazione, organizzata da Maria Luisa Celani e Susanna Stivali per l’Associazione Culturale Muovileidee e diretta da Maria Luisa Celani (con la collaborazione alla programmazione di Florencia Santucho, Ilaria Iovine e Cristina Borsatti), le immagini (proiezioni di documentari e cortometraggi sia docu sia di animazione) e i temi, ma anche passeggiate tra storia e cultura, escursioni, degustazioni, incontri e matinée con le scuole.
La prima giornata (domenica 6 ottobre), il festival propone una passeggiata alla scoperta della Capitale, a cura di Irene Ranaldi per Ottavo Colle Associazione Culturale. Titolo dell’iniziativa: Sulle tracce dell’archeologia industriale tra Testaccio e Ostiense. Un viaggio nel primo quartiere operaio di Roma, leggendo passi di Pasolini, cercando riferimenti cinematografici (dal neorealismo italiano a Ferzan Ozpetek), soffermandosi sulle opere artistiche murarie in quello che viene considerato il più grande museo di street art di Roma.
Le proiezioni inizieranno lunedì 7 ottobre con alcuni imperdibili corti d’animazione appartenenti alla Sezione Smart, una vetrina sul “nuovo”, in cui si dà spazio ai giovani autori e alle nuove forme di sperimentazione cinematografica e audiovisiva, e con i documentari Unfructured della canadese Chenda Chevannes e Terre di cannabis di Gianluca Marcon.
Appartenente alla Sezione Wuman Vision, dedicata a quei documentari, di produzione nazionale e internazionale, che affrontano l’importante tematica della parità di genere, Unfructured verrà presentato per la prima volta a Roma. La canadese Chanda Chevannes ritrae la lotta appassionata della biologa Sandra Steingraber, leader del movimento popolare più importante di New York degli ultimi anni.
Inserito nella Sezione Documenta, dedicata ai film documentario indipendenti, di provenienza italiana ed internazionale, Terre di Cannabis racconta la storia di Jacopo, deciso a lasciare un lavoro sicuro per inseguire un sogno: trasformare l’Abruzzo in una regione produttrice di cannabis a scopo terapeutico. Insieme a un pugno di agricoltori improvvisati pianterà un seme destinato a crescere contro l’ostilità e il pregiudizio di un territorio difficile.
Martedì 8 ottobre sarà la giornata del pluripremiato documentario “Youth Unstoppable”, realizzato dalla giovanissima regista esordiente Slater Jewell-Kemker, che all’età di soli 15 anni ha iniziato a partecipare ai summit ambientali con la sua macchina fotografica in mano per realizzare un documentario di strettissima attualità capace di raccontare un movimento giovanile mondiale in gran parte sconosciuto e incompreso.
È opera di una giovane donna anche Veleno, opera prima della napoletana Rosaria Della Ragione. Ambientato nella sua terra, il documentario, prodotto dalla CGIL Campania, è dedicato a Michele Liguori, tenente dei Vigili Urbani di Acerra e Eroe della Terra dei Fuochi.
Chiude il cerchio Overseas di Irene Felici. Ci catapulta in Bangladesh, dove è impossibile poter parlare con parenti o amici che sono lontani. A tentare di risolvere il problema sono un gruppo di donne (soprannominate Info Ladies) che portano Internet con sé e lo distribuiscono in ogni villaggio. Quella di Irene Felici è una riflessione sulla figura della donna all’interno di una realtà che non favorisce ancora del tutto l’emancipazione, ma anche sul digitale, sul mezzo tecnologico e sul suo intervento in una realtà fin ora sprovvista.
Tanti i temi, tra tutti quello dell’ambiente e dei cambiamenti climatici, che continueranno ad essere messi in scena anche ad Antrodoco e ad Acquapendente nel corso dell’intera iniziativa. Una finestra sul mondo che si apre sul Canada, il sud America e il Bangladesh, tanta animazione e sperimentazione, molti sguardi femminili sui temi dell’amicizia, della parità di genere, della solitudine e dell’intolleranza.
Slow Film Fest è interamente a partecipazione gratuita, grazie al contributo della Regione Lazio, al sostegno della Fondazione Cinema per Roma, City Fest, Cna Roma, i Patrocini di Legacoop Lazio, del Comune di Acquapendente, del Comune di Antrodoco e alle tante preziose collaborazioni a partire da quelle con l’Accademia di Cinema e Televisione Griffith di Roma e con il Cisterna Film Festival.