Frank Iodice presenta “I disinnamorati” (2019), una storia in cui si dipinge con appassionate e lucide pennellate la complessità dei rapporti umani.
“I disinnamorati”
Una sensibile trattazione sul tema dell’incomunicabilità, una riflessione sull’impossibilità di comprendere nel profondo anche l’anima di chi ci è più vicino. Antonino e Anisetta sono il simbolo dell’amore che conosce ostacoli, degli amanti che non sanno affrontare il futuro stretti l’uno all’altra. Antonino percorre la strada della vita con un senso di smarrimento che si ripercuote nei suoi rapporti, dilaniato tra il desiderio di solitudine e la paura del vuoto e del silenzio. Uomini come lui non conoscono requie, né consolazione, solo attimi fugaci in cui illudersi di capire cos’è la felicità.
La trama
Estate del 1982, Nizza. Antonino Bellofiore è un giovane agente di polizia di origini siciliane. Fuma sigarette di contrabbando e indossa calzini spaiati. Anisetta è una ragazza genovese che si è trasferita in Francia per studiare all’università; ha il collo delicato e gli occhi grandi e gialli come quelli dei gatti. Si sono incontrati una mattina sulla Promenade, il posto in cui tutti gli uomini soli e le donne appena arrivate in città vanno a passeggiare.
Durante il giorno, Antonino investiga su alcune cartoline datate 1952 arrivate con trent’anni di ritardo, indirizzate a suo padre Antonio che ha abbandonato lui e sua madre quando era ancora un bambino. Anisetta sta scrivendo una tesi sui disamori, sotto la guida di un giovane e affascinante professore in prestito da Parigi. Bellofiore vorrebbe liberarsi di lei, o vorrebbe amarla, semplicemente.
Intanto tenta di sciogliere i fili che lo legano al passato per risolvere il mistero delle cartoline, e nel mentre s’imbatte in traffici illeciti tra la Corsica e Monte Carlo. A mano a mano che decifra gli indizi, l’indagine da pubblica diventa privata. Se riesce a chiudere il caso, riceverà la promozione che non ha mai chiesto. Ma a quale prezzo?
La scheda dell’autore
Quattro chiacchiere con Frank Iodice
Proprio del romanzo “I disinnamorati” (2019) ne abbiamo parlato con l’autore, Frank Iodice. Quattro chiacchiere per parlare di questo libro edito da Eretica Edizioni.
Sembra un giallo ma in realtà non lo è. Come può descrivere il romanzo “I disinnamorati”?
È vero, la vicenda poliziesca fa solo da sfondo a quella interiore. Sono le dinamiche del graduale allontanamento tra i due protagonisti a interessarmi. È uno di quei libri in cui nella digressione si ritrova il senso delle azioni. Potrebbe essere definito psicologico, o noir, di sicuro non sentimentale. Nel costruirlo, non ho descritto una storia d’amore, ma mi sono concentrato sulle conseguenze dell’amore, lungo un asse verticale, del tipo passato-presente.
Una “semplice” cartolina instilla nella coppia protagonista il dubbio. Quanto il passato può condizionare una relazione?
Il dubbio e il malinteso sono i due elementi scatenanti. Sul malinteso in particolare si fonda gran parte dell’intreccio, gli si dedica un intero passaggio. Bellofiore è tormentato dal suo passato, che gli viene simbolicamente consegnato insieme alle cartoline del ’52, cartoline spedite per errore, pare, e ci convive e ci lotta tutti i giorni, le porta con sé nella tasca, ci chiacchiera, le legge e le rilegge. Per salvare la sua relazione gli sarebbe bastato strapparle e gettarle via. I cestini sono pieni di posta indesiderata, ce ne liberiamo di continuo. Il suo cestino invece diventa un altro simbolo, una specie di gioco su cui appoggia i piedi mentre è alla scrivania.
Anisetta e Antonino, che tipo di coppia sono?
Forse non sono una coppia. Osserviamoli mentre sono a letto, è notte, le persiane sono spalancate, eppure non entra molta luce nella loro camera arredata con i mobili trovati per strada, lui è a pancia insù, con le braccia incrociate, continua a fissare il soffitto dalla forma vaga, lei si volta dall’altra parte, non sappiamo se sta desiderando un abbraccio, e mentre si addormentano ci viene in mente di quando è successo anche a noi: la paura di amare, la paura di farsi amare. Se fossero una vera coppia, ne discuterebbero. Invece vanno avanti così, su due binari paralleli, fino allo sfacelo del disamore, del tradimento e dell’abbandono. Sembrerebbe riassumibile così il percorso di questa non-coppia, ma questo è solo il punto di partenza.
Il romanzo vuole e riesce a raccontare una storia di mal-amore ma quest’ultimo cos’è e da cosa può nascere?
Non so risponderti. Se sapessi cos’è il mal-amore, non scriverei romanzi. Nell’analisi dei sentimenti – un’analisi pressoché infinita e necessariamente incompiuta – si sviluppa la mia scrittura e probabilmente tutta la mia ricerca. So dirti però che nel descrivere ciò che amore non è, forse si riesce a capire un po’ meglio l’amore.
Ti ringrazio per questo spazio. Un caro saluto a voi e alla mia amata Napoli.