Etichettare quanto accaduto nell’ultima puntata di Carta Bianca come uno scontro tra Corrado Augias e Matteo Salvini significa fare torto a un giornalista che ha fatto, non solo della vasta cultura ma anche del garbo e dell’eleganza, la cifra di una lunga e prestigiosa carriera professionale. Significa, inoltre, scendere allo stesso livello di quanti inventano format televisivi proprio sullo scontro, inteso non come contrapposizione di idee, che è sempre benvenuta, ma in quanto litigio misero, acceso dal pettegolezzo, da banali pretesti. Il confronto, forse è più giusto chiamarlo così, tra due personaggi diversi tra loro è stata, lasciatecelo dire, la vittoria della concretezza dei fatti sulla fatuità degli slogan.
Lo scontro tra Corrado Augias e Matteo Salvini: la vacanza a Ovindoli
La differenza tra i due ospiti del programma condotto da Bianca Berlinguer, nell’approccio alle tematiche, si vede già all’inizio della discussione. Parlando della montagna e delle prossime vacanze natalizie, Salvini tira in ballo case di villeggiatura “frutto di anni di sacrifici” e dell’impossibilità per chi lavora in un’altra Regione di “andare a trovare la propria mamma“. Il solito cliché, insomma. Corrado Augias interviene subito dopo a spiegare, con un tono quasi paterno verso un figlio che dopo quasi un anno non ha ancora ben chiara la situazione, che “stiamo vivendo la più grave sciagura caduta sul genere umano dalla fine della seconda guerra mondiale” e che per governare situazioni simili c’è bisogno di un principio generale e di regole chiare da dare in anticipo senza inseguire i numeri. Pertanto “non mi sembra un’obiezione molto solida la sua” (chapeau!). Logica contro slogan: 1 a 0.
La questione Europa
La contrapposizione continua quando si tocca un altro tema delicatissimo: quello dei diritti umani, in riferimento al veto recentemente posto da Ungheria e Polonia. Espressione che fa rima non solo con la parola immigrazione, cavallo di battaglia un po’ di tutta la destra e sfoderato da Salvini anche in questa occasione, ma anche con libertà di stampa ad esempio. La logica sovranista, espressa dal capo dell’opposizione, per cui ogni popolo è libero di scegliere i propri leader e che in Italia bisogna occuparsi degli italiani, soccombe di fronte a quella che possiamo definire una lezione di storia e di diritto, data da Augias, che ha ricordato quelli che sono i fondamenti costituzionali dell’Europa e quelle che sono le istituzioni preposte a sancire i diritti umani. Cultura contro ignoranza: 1 a 0.
Il frullatore
Dimenticheremo difficilmente quel modo così assertivo con il quale Corrado Augias ha frantumato il “frullatore” del gentile Salvini. Quell’improbabile stile comunicativo che somiglia più a un volo pindarico fatto di affermazioni che partono dal premier Orban e arrivano ai cani guida per i non vedenti e alla pratica dell’utero in affitto. Interventi puntuali, quelli del giornalista (neanche a dirlo), che hanno messo una volta di più in evidenza che si può essere capitano di folle anonime e disperate ma quando si è al cospetto di persone che usano espressioni come “mutatis mutandis” non c’è storia. Per cui “Salvini, si contenga!“