Questo scandalo dei concorsi truccati nell’Università che coinvolge tanti docenti in diversi Atenei italiani a partire da Milano e lungo tutta la penisola isole comprese, come diceva il vecchio imbonitore televisivo, ha un sapore strano e poco seduttivo ad essere sinceri.
Sia chiaro fin da questi primi righi: se pensate di trovare in questo articolo nomi roboanti e scoop con notizie direttamente dagli atti giudiziari potete smettere di leggere anche subito non ne troverete.
Al campionato di “sbatti il mostro in prima pagina” con nomi, cognomi, qualifiche, notizie professionali e familiari e tante belle foto non ci interessa partecipare in nessun modo. Ci sono tante testate che campano di questi click che non vi sarà difficile trovare quello per voi.
Qui vogliamo solo fare qualche riflessione, aiutare una certa cogitazione razionale che rifugge dagli impeti forcaioli della massa da un lato e dall’autoassoluzione bonaria ed aprioristica dall’altra. Riflettere cioè su quanto sia importante l’apparato universitario nazionale e quanto cose come queste danneggino non solo i diretti interessati ma tutto il sistema Paese.
L’Italia è una di quelle nazioni che maggiormente lamenta la cosiddetta “fuga dei cervelli” perché qui l’attrattiva di lavoro nel tempo è davvero molto bassa, sia per i livelli salariali sia, soprattutto, per la mancanza quasi totale di possibilità vere, a maggior ragione nell’ambito accademico dove l’apparato è oggettivamente sclerotizzato da anni ed anni di assoluto immobilismo nei meccanismi di funzionamento del sistema stesso.
Lo scandalo dei concorsi truccati nell’ Università: la baronia
Il termine “baroni” viene usato ormai nel lessico quotidiano per intendere proprio una situazione di un’élite che ha schermato questo mondo rendendolo impermeabile ad ogni cambiamento.
Sarà vero? Sarà Falso? una cosa è certa non è con questa inchiesta che si scoperchia nessun vaso di pandora accademico, ce ne sono già state ed altre presumibilmente ce ne saranno.
Si sono appurati fatti, in altre occasioni, anche abbastanza gravi ma le situazioni come la responsabilità pensale sono personali ed ogni generalizzazione sembra davvero populistica.
Quindi, il nostro invito è proprio smettiamola con questo qualunquismo d’accatto e focalizziamo le singole situazioni per bene ed in maniera chiara ed inconfutabile. Non finiamo al solito: i politici sono ladri, i giornalisti sono venduti, i medici sono asserviti a big pharma, gli avvocati sono inaffidabili, gli architetti … e via così.
Questo massimalismo approssimativo ha creato tanti danni che dovremmo esserne già saturi da un pezzo.
Lo scandalo dei concorsi truccati nell’ Università: l’inchiesta
Cari lettori qui si parla di associazione a delinquere, corruzione, abuso d’ufficio, turbata libertà degli incanti e falsità materiale che messi in fila così perdono anche efficacia ma sono una quantità di fattispecie di reato da far tremare le vene ai polsi anche ai più calmi e controllati.
Sia chiaro, sono tutte ipotesi accusatorie su cui si sta indagando e nulla di più nonostante siano state ampiamente tramutate in notizie da dare in pasto alla, ormai collaudata, Bestia mediatica che tanto viene condannata a destra ed a manca ma che è ben lungi dall’essere caduta in disuso. Purtroppo questo è prassi per tante inchieste giudiziarie.
Cosa appurerà l’inchiesta sta solo agli inquirenti acquisirlo nella maniera più veloce ma anche più precisa possibile, magari tenendo gli atti sulle scrivanie ben chiusi nei cassetti.
Riprovazione e giudizio spetta solo ai giudici e non a chi già morbosamente ci ricama su ore ed ore di programmi tv o improbabili approfondimenti di carta stampata e web.
A noi preme solo chiedere che la giustizia faccia presto e bene proprio per il bene di tutti coloro che, a partire dagli studenti e passando per i ricercatori fino ai docenti di varia foggia, popolano il mondo accademico che non può essere posto alla berlina in questo modo.
Lo scandalo dei concorsi truccati nell’ Università, facciamo attenzione
Abbiamo tante volte detto che specie in questo periodo di pandemia gli unici punti di riferimento dovevano essere gli scienziati che, spessissimo, vivono proprio nel mondo universitario e non possono essere accomunati loro malgrado ad un malcostume che esiste e va assolutamente identificato con precisione e senza dubbi per evitare che tutti vengano screditati agli occhi dell’opinione pubblica.
Critichiamo tanto no vax e ci meravigliamo tanto dei terrapiattisti ma non lesiniamo di accomunare insieme tante persone diverse fra cui ci sono sicuramente ‘buoni e cattivi’, come dovunque.
Screditiamo un mondo con azioni sconsiderate che diverranno un boomerang che ci tornerà indietro con forza decuplicata dalle statistiche che parlano di scarsa formazione degli studenti che sfornano le nostre Università e scarsa didattica in esse praticata da un corpo docente che così, pare, corrotto e distruttivo.
Basta, per favore, evitiamo di incappare nell’ennesimo episodio di ‘tafazzismo militante’ semplicemente per parlare male degli altri.
C’è un’inchiesta giudiziaria, stiamo a vedere cosa appurerà nel più breve tempo possibile e nel migliore dei modi. Tutto il resto è inutile chiacchiericcio da bar dello sport, o da social media se volete; noi dovremmo essere più seri dovremmo essere giornalisti.