Lo scrittore misterioso
“Lo Pseudonimo” di Juls Way edito da Words Edizioni; è il nuovo romanzo della scrittrice. Siamo nella Londra dei primi anni del Novecento, e la città è in preda a una frenetica caccia all’autore, di cui nessuno conosce l’identità. “Lo Pseudonimo” è un romanzo storico ricco di mistero e suspense che accompagna il lettore nelle vicende di Mr Ezra Talbot, un importante editorialista, e della sua bizzarra assistente miss Frances Evans. Entrambi sono impegnati nella ricerca della vera identità dello scrittore Mr. Carl Montgomery, perché a Mr Ezra Talbot è stato chiesto di scrivere un articolo che smascheri lo scrittore.
Juls Way ci regala un romanzo intrigante in cui dipinge un periodo storico ricco di contraddizioni e caratterizzato da nette divisioni sociali e pregiudizi di genere che non consentivano a molti di esprimersi ed affermarsi liberamente.
Juls Way, è una scrittrice emergente che vive a Bologna, ma da cui si allontanerebbe volentieri per trasferirsi nella città dei suoi sogni, Parigi. Inventa storie da sempre e “La seconda moglie” (Words Edizioni, 2020) è stato il suo primo romanzo.
Abbiamo avuto il piacere di intervistare l’autrice alla quale abbiamo chiesto di parlarci delle caratteristiche dei suoi personaggi e delle sue abitudini di lettura e scrittura.
“Lo Pseudonimo” di Juls Way
Com’è nato “Lo Pseudonimo”? Aveva già in mente la storia?
È sempre strano parlare di come nascono le storie. “Lo Pseudonimo” come idea generale è nata da alcune letture che parlavano di autori sotto pseudonimo, però al contempo, come spesso accade quando scrivo, ho preferito partire prima dai personaggi che poi cercano di esprimersi nella loro complessità caratteriale all’interno della trama. Nel caso specifico, sono nati prima questi personaggi un po’ imbranati, in particolare miss Evans e il suo desiderio di emergere come donna in un mondo escludente.
Che tipo è il suo protagonista, l’importante editorialista, Mr Ezra Talbot? Le piace? Possiamo considerarlo un eroe positivo?
Ezra Talbot è un personaggio a cui sono molto affezionata, ma il cui viaggio dell’eroe potrebbe sembrare anomalo. In principio, si mostra come l’uomo figlio del proprio tempo, un datore di lavoro esigente, metodico e logorroico, ambizioso fino al midollo, un uomo poco incline a lasciarsi andare alle proprie emozioni, ma non è un personaggio privo di ombre, incapace com’è di lasciar andare il suo passato e di guardare oltre le sue convinzioni. Il suo percorso dell’eroe consiste nell’appropriazione della sfera sentimentale, imparare a saltare nel vuoto di fronte ad un amore poco convenzionale per l’epoca, affrontare le conseguenze e sbagliare irrimediabilmente per chiedere poi scusa. Il suo viaggio non è molto eroico ma umano, che è un aspetto ben più difficile da essere.
Per la creazione del suo personaggio femminile, miss Frances Evans, a chi si è ispirata? Ha attinto da altri personaggi storici, da persone realmente conosciute oppure è una figura di pura fantasia?
Frances Evans è una figura inventata, sebbene in lei confluiscano diverse storie e caratterizzazioni di eroine letterarie e personaggi veramente esistiti; per esempio, il suo nome è anche quello della protagonista de “Il professore” di Charlotte Brönte, vive a Bloomsbury dove nasce il Gruppo di Virginia Woolf, ma non voglio svelare troppo perché mi piace lasciare libertà di immaginazione ai lettori e alle lettrici. Dopotutto Frances Evans rappresenta anche ideali e battaglie: è indipendente in un’epoca in cui per le donne non era facile esserlo, pronta a lottare per quello che vuole e che le spetta, consapevole di cosa merita e di chi è. È una che “si è fatta da sola” e che ha sopportato di essere stata diseredata per realizzare i propri sogni. Ma non solo, è anche la persona che serviva a Talbot, non perché avessero bisogno l’uno dell’altra – Evans non nasce in funzione di Talbot – ma perché si appartengono, nel loro sfidarsi, sopportarsi.
C’è un messaggio che ha voluto trasferire ai lettori attraverso la storia dei suoi personaggi?
Non ho mai pensato ai miei libri come romanzi con un messaggio esplicito per i lettori e per le lettrici. Credo che la lettura sia un fatto talmente personale che spesso chi legge riesce a trovare messaggi a cui l’autore, o l’autrice, non aveva affatto pensato. La storia di Mr Talbot e miss Evans era una storia che sentivo semplicemente di dover raccontare.
“Lo Pseudonimo” è il suo secondo libro. Come il primo (La seconda moglie), anche questo è un romanzo storico. Ha sempre pensato di orientarsi solo su questo genere letterario oppure ha valutato di sperimentarne altri?
Sono molto affezionata al romanzo storico, ne leggo molti ed è una forma che si lega bene anche ai tipi di studio che ho fatto, mi permette di parlare delle mie passioni, come la storia, la letteratura e la storia dell’arte. Inoltre, è anche un modo per immergersi in tempi e luoghi lontani e che non ci appartengono più, ma che sono ancora oggi fonte di fascino. Non escludo, tuttavia, di addentrarmi in altri campi, per esempio il giallo – temo però che sarà un giallo storico anche in quel caso.
Che rapporto ha con i libri? È onnivora o legge solo alcuni generi?
Direi che è un rapporto ingombrante. I libri fanno parte della mia quotidianità da sempre, riempiono la mia scrivania, il mio comodino e numerose librerie. Non posso definirmi onnivora, ma se un romanzo mi prende tendo a divorarlo senza badare troppo al genere a cui appartiene. In generale, però, oltre ai classici, prediligo la narrativa storica e le saghe familiari (ho letteralmente amato per esempio, la trilogia di Carmen Korn, Figlie di una nuova era).
Ci racconta qualche sua mania? Quando si appresta a scrivere, cos’è che non le deve mai mancare? Non so, una buona tazza di caffè, il silenzio più totale, penne colorate, la scrivania davanti alla finestra?
Sicuramente non manca mai della musica, perché mi aiuta a estraniarmi dal mondo esterno. Però devo dire che non essendo una persona molto costante nel modus operandi – al contrario di mr Montgomery – mi trovo sempre nel disordine e va a finire che quando mi viene in mente qualcosa da scrivere me l’appunto dove capita, dal file word al quaderno degli appunti.