Cos’è la Blue Ocean Strategy
Davide Oldani, fresco della seconda stella Michelin, ha raccontato come ha applicato al suo business la Blue Ocean Strategy ad Andrea Rangone, Presidente di Digital 360
Ma partiamo dall’inizio e chiariamo, in linea generale e in maniera sintetica, in cosa consiste tale filosofia.
La Blue Ocean Strategy è una filosofia di business che punta ad abbandonare la pratica della concorrenza (rappresentata con oceani rossi di sangue a causa dei competitor che mordono come squali) e a ricercare nuovi mercati attraverso l’analisi e la creatività. Viviamo in un mare di opportunità che bisogna, però, essere in grado di intercettare. Per scoprire nuove opportunità di mercato sono necessari occhiali nuovi, cioè un nuovo punto di vista, guardare dove altri non guardano e creare un’idea che generi valore alla comunità e al nostro business.
La Blue Ocean Strategy è stata creata da W. Chan Kim e Renée Mauborgne, professori all’INSEAD Business School, e presentata nel 2005 con un libro. La teoria degli oceani blu è la teoria secondo cui esistono sconfinate e inesplorate possibilità di mercato che consentono, a chi le intercetta, di navigare in un mare placido e sereno.
Davide Oldani e il suo ristorante D’O
Digital 360 ha invitato lo chef Davide Oldani a raccontare la sua esperienza di successo con il ristorante D’O. Il suo locale è diventato un caso di studio ad Harward e lo chef, che ha da poco ottenuto la stella verde Michelin, ha raccontato qual è la stata la sua ”ricetta” vincente. La passione, la creatività e la trasparenza sono gli ingredienti che nel suo caso hanno fatto la differenza. Come egli stesso ha affermato, il ristorante D’O non è stato il frutto di una strategia studiata a tavolino, ed è un caso se Harward parla di strategia. In realtà Oldani ha fatto solo bene quello che gli piace fare, condendolo con creatività, razionalità e qualità, tutti ingredienti orientati unicamente ad appagare i bisogni concreti del cliente.
Digital 360 con il supporto di Paolo Sito, Business Developer, ha applicato la filosofia Blue Ocean all’esperienza vincente di Davide Oldani, evidenziandone gli elementi strategici. Il ristorante D’O, rispetto ai suoi competitor, ha saputo offrire alla clientela un servizio con la qualità di un ristorante di lusso, la semplicità della cucina regionale e un design innovativo.
Seguendo i 4 capisaldi della strategia, Davide Oldani nel suo progetto ha Eliminato il superfluo, cioè gli ingredienti costosi, puntando all’essenziale. Ha Aumentato il consumo di ingredienti locali a filiera corta, prediligendo cibi di stagione, ha Ridotto ciò che non era necessario come la lista dei vini e ha Creato cose nuove, puntando su un design accattivante e funzionale.
Davide Oldani quindi con tenacia, passione e creatività è riuscito a realizzare un ristorante stellato con un servizio di altissimo livello e con piatti semplici ma originali, anche 11,50 euro (“cibi spettacolari a prezzi ragionevoli”).
Davide Oldani e l’approccio alla Blue Ocean Strategy
Durante l’intervista di Andrea Rangone, lo chef ha dichiarato di non aver incontrato alcuna difficoltà nell’approcciarsi al mercato dell’imprenditoria e ad affrontare una strategia in linea con la filosofia Blue Ocean, perchè tutto è avvenuto in modo molto naturalmente. Davide Oldani, infatti, ha messo in campo tutta l’esperienza acquisita negli anni che, da aiuto cuoco fino ad oggi, gli ha consentito di avere una visione a 360° del mondo della ristorazione. Il buon senso, la creatività e la volontà di fare meglio degli altri e diversamente dagli altri era già nella sua testa. Oggi questi pilastri sono stati concretizzati in una filosofia, quella della Blue Ocean Strategy, ma Davide Oldani lo ha scoperto dopo…
La stella verde ottenuta da poco, una new entry della Michelin che valorizza chi è attento alla sostenibilità, è stato un nuovo traguardo, anche se Oldani sottolinea che il concetto di sostenibilità deve essere allargato non solo all’ambiente, ma anche alle persone che vivono in quell’ambiente. Lo chef, infatti, ritiene che tra i progetti legati alla sostenibilità ci debba essere anche quello rivolto alle persone, ai cuochi nello specifico, che fanno una vita molto sacrificata, rinunciando a passioni, tempo libero e riducendo il tempo con la propria famiglia. Lo chef pensa che sia arrivato il momento di introdurre nuove regole che contemplino nei target di sostenibilità anche una rivisitazione dei tempi di lavoro.