Il livello del fiume Po è la fotografia della situazione siccità in Italia. Il 2022 è stato un anno emblematico sotto questo aspetto e il 2023 potrebbe rivelarsi anche peggio.
Livello fiume Po allarmante
Secondo l’ultimo bollettino emanato dall’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po, il distretto del fiume Po è diviso in due. La parte centro occidentale, quella verso la sorgente per intenderci, risente della prolungata siccità dello scorso anno alla quale le piogge autunnali non sono riuscite a porre rimedio. La zona interessata si caratterizza per condizioni meteorologiche di “siccità severa” e in alcune aree di “siccità estrema”. I tempi di ritorno per tali condizioni si stimano tra i 30 e i 50 anni. Sul versante lombardo sud orientale e sull’Emilia Romagna, la situazione appare decisamente migliore, nella norma. In questa zona, infatti, le precipitazioni diffuse e consistenti hanno compensato il deficit di precipitazioni semestrale e annuale.
Le temperature al di sopra della media
La scarsità di pioggia non è l’unica causa della siccità. Altro importante capitolo è la neve. Neve che, causa le alte temperature, non è caduta in abbondanza sulle Alpi. Secondo l’ultimo rapporto di Cima Research Foundation, sull’arco alpino c’è il 53% di neve in meno. Un deficit che si riflette anche sui livelli dei laghi e dei fiumi circostanti. Riprendendo tali dati, Legambiente ha lanciato un allarme e proposto al governo una strategia in otto punti che guarda ai prossimi mesi quando inizierà il periodo irriguo:
- favorire la ricarica controllata della falda facendo in modo che le sempre minori e più concentrate precipitazioni permangano più a lungo sul territorio invece di scorrere velocemente a valle fino al mare;
- prevedere l’obbligo di recupero delle acque piovane con l’installazione di sistemi di risparmio idrico e il recupero della permeabilità e attraverso misure di de-sealing in ambiente urbano; in agricoltura prevedendo laghetti e piccoli bacini;
- interventi strutturali per rendere efficiente il funzionamento del ciclo idrico integrato e permettere le riduzioni delle perdite di rete e completare gli interventi sulla depurazione,
- implementare il riuso delle acque reflue depurate in agricoltura attraverso le modifiche normative necessarie; occorre riconvertire il comparto agricolo verso colture meno idroesigenti e metodi irrigui più efficienti;
- utilizzare i Criteri Minimi Ambientali nel campo dell’edilizia per ridurre gli sprechi;
- favorire il riutilizzo dell’acqua nei cicli industriali anche per ridurre gli scarichi inquinanti;
- introdurre misure di incentivazione e defiscalizzazione in tema idrico, come avviene per gli interventi di efficientamento energetico, per tutti gli usi e per tutti i settori coinvolti.
Ci avviamo verso un nuovo 2022?
I livelli di siccità che stiamo registrando in queste settimane sono simili a quelli registrati la scorsa estate. La differenza, rispetto allo scorso anno però, è che siamo ancora in pieno inverno. Lo scorso anno, la siccità ha causato 6 miliari di euro di danni all’agricoltura per mancata produzione (dati Coldiretti). In più ha ridotto la produzione di energia idroelettrica rinnovabile del 37,7% (dati Terna). Quali strategie saranno messe in campo dal governo per far fronte all’emergenza?