Ormai è una realtà consolidata la “Little Free Library”. Si tratta di piccole librerie accessibili a tutti, gratuite e senza scopo di lucro, sparse per le città, ricavate in spazi fino a qualche tempo fa impensabili: cassette per gli uccelli, tronchi di alberi morti, piccole casette, etc. A New York, per es., l’architetto locale John Locke ha convertito le vecchie e inutilizzabili cabine telefoniche, ormai sostituite dagli smartphone, in piccole biblioteche con scaffalature dai colori vivaci che fungono anche da arredo urbano. Locke si rese conto che le 13.569 cabine telefoniche di New York erano in concorrenza con 17 milioni di cellulari. Dirà: «Anche se sono resi obsoleti dall’ubiquità degli smartphone, sono interessato ai telefoni pubblici perché sono sia anacronistici che quotidiani […] possono anche essere un luogo di opportunità, qualcosa da riprogrammare e da qualche parte per riunirsi e condividere un buon libro con i tuoi vicini.
Sempre a New York, lungo la Prince Street ci si può imbattere una capsula gialla, una stravagante struttura circolare con dei fori dove si può sbirciare dentro e capire di cosa si tratta, realizzata dagli architetti venezuelani Marcelo Ertorteguy e Sara Valente, sponsorizzata dalla Architectural League di New York per la Pen World Voices Festiva: la gente si infila sotto e sceglie con tutta calma cosa vuole leggere.
L’idea delle “Little Free Library” venne all’americano Todd Bol, il quale nel 2009 fondò la prima di queste librerie-on-a-stick. Le diede la forma di casetta per gli uccelli, usando il legno dalla sua vecchia porta del garage. Una specie di “book crossing”: la gente prende un libro, si siede comodamente, legge e poi lo ripone nella cassetta. E sempre più spesso, le famiglie organizzano pic-nic nei parchi vicino a queste piccole librerie, in modo che i bambini “familiarizzino” con i libri. Un’azione socio-culturale che in tempi dove si legge sempre di meno, è un’azione da elogiare.
Tod Bol è andato anche oltre; con una altro americano, Rick Brooks, ha creato la prima rete delle, catalogando e associando tutte quelle esistenti: ad ognuna di queste mini-librerie ha assegnato un numero. Ma chi è l’inventore della “Little Free Library”? Nato il 2 gennaio 1956 a North St. Paul, Minnesota, deceduto il 18 ottobre 2018 per cancro al pancreas. Insegnante, produttore di libri pubblici, consulente imprenditoriale, andò ben oltre alla semplice idea primaria coinvolgendo volontari, famiglie, educatori, imprese, organizzazioni promuovono un senso di comunità, lettura per bambini, alfabetizzazione per adulti e biblioteche in tutto il mondo.
Ad oggi, sono numerose quelle sparse per il mondo, circa 75.000 librerie gratuite in 88 paesi: quello che è iniziato come un progetto di cortile è esploso in un fenomeno globale.In Italia, grazie ad una insegnante, Giovanna Iorio, nel giugno 2012, nel parco dell’Inviolatella Borghese, nel quartiere di Vigna Clara, a Roma, fu installata la prima “Little Free Library”. In una intervista a «ilLibraio.it», a cura di Rocco Gerace, ha spiegato il perché si è spinta a realizzare una piccola libreria pubblica: «Trovare dei libri in un parco urbano è un po’ come vedere un’oasi. Mi piaceva l’idea di cambiare il paesaggio. E il paesaggio cambia le persone, le trasforma. A Roma non c’era questa possibilità e io vivo qui. L’ho fatto anche per me, naturalmente […] la gente prende e porta libri, si siede a leggere […] Una piccola oasi in mezzo al caos».
Insomma, leggere è importante, e se si può farlo gratuitamente, ancora meglio.