Una nota di Palazzo Chigi mette la parola fine alla domanda che ultimamente stava facendo preoccupare l’UE: “L’italia produrrà il vaccino Sputnik?“. Il Governo Draghi non rompe il fronte europeo e non apre ad integrazioni “russe”.
L’Italia produrrà il vaccino Sputnik?
La notizia era circolata quando il Russian Direct Investment Fund, l’ente di Mosca che si occupa del vaccino, e l’azienda farmaceutica italo-svizzera Adienne Pharma & Biotech avevano trovato un accordo per la produzione del vaccino Sputnik V in Italia negli stabilimenti in Lombardia e Lazio a partire dal mese di Luglio.
L’accordo prevede la produzione di 10 milioni di dosi del vaccino russo in sei mesi ma in Italia non è stato ancora autorizzato quindi la soluzione al momento è la vendita delle dosi in paesi come quelli in Africa.
Le reazioni
Le reazioni sono state molto frammentate. Chi loda l’accordo mettendo pressione nell’integrazione dello Sputnik all’interno della rosa di vaccini a disposizione dell’Italia e chi invece reagisce in maniera non entusiasta come l’Unione Europa che da settimane cerca in tutti i modi di tenere unito il suo fronte anche se senza grossi successi.
La risposta del Governo Draghi
“In questa fase non sono in corso colloqui per integrare il vaccino Sputnik nella strategia vaccinale dell’UE. Siamo fiduciosi che le nostre forniture consentiranno all’UE di raggiungere l’obiettivo di vaccinare il 70% della popolazione europea entro l’estate”.
Questa è stata la nota di Palazzo Chigi dopo la notizia dell’accordo trovato per la produzione di Sputnik in due stabilimenti italiani della Adienne Pharma & Biotech. Insomma, l’Italia sceglie al momento l’Europa lasciando la Russia alla porta.