(Adnkronos) – In Italia i giovani (18-34 anni) sono poco più di 10 milioni, pari al 17,5% della popolazione. Nel 2003 superavano i 13 milioni, pari al 23% del totale: quasi 3 milioni di giovani in meno in vent’anni. E le previsioni per il futuro sono fortemente negative: nel 2050 i 18-34enni saranno solo poco più di 8 milioni, appena il 15,2% della popolazione totale. E’ quanto emerge dal 57esimo ‘Rapporto del Censis’.
In molti hanno deciso di lasciare il Paese, tra coloro che vivono qui il 75,4% pensa che avrà una vecchiaia più problematica dei genitori con il 57,3% degli italiani che pensa a queste generazioni come più penalizzate. In 5,9 milioni hanno scelto di vivere stabilmente fuori dall’Italia, il 10,1% dei residenti, 1,6 mln in più (36,7%) negli ultimi 10 anni.
Ma quello che colpisce, oltre al fatto che gli italiani lasciano il Paese in misura maggiore degli stranieri che ci arrivano (5 mln i residenti stranieri), è che a farlo sono sempre di più i giovani: nell’ultimo anno, annota il Censis, le iscrizioni all’Aire per espatrio sono state 82.014, di cui il 44% (la quota più elevata tra le classi di età considerate) tra i 18 e i 34 anni, per un totale di 36.125 giovani che hanno scelto di cercare altrove la propria strada, definitivamente o per un periodo transitorio.
Se si aggiungono anche i minori al seguito delle loro famiglie (13.447), stima ancora il Censis, l’espatrio delle nuove generazioni di italiani ha sfiorato nell’ultimo anno le 50.000 unità, il 60,4% di tutti gli iscritti per espatrio.
La fotografia del Censis
Le mete predilette rimangono il Regno Unito (il 16,4% delle partenze dell’ultimo anno), poi Germania (13,8%), Francia (10,4%) e Svizzera (9,1%). Forte il peso dei laureati sugli expat 25-34enni: è aumentato significativamente passando dal 33,3% del 2018 al 45,7% del 2021.
“Un drenaggio di competenze che non è inquadrabile nello scenario di per sé positivo e auspicabile della circolazione dei talenti, considerato che il saldo migratorio dei laureati di 25-34 anni per il nostro Paese appare costantemente e fortemente negativo, sia pure con uno spiraglio di luce aperto da un brusco calo nel 2021, quando il saldo si è attestato su -6.969 giovani laureati, dopo due anni in cui aveva superato ampiamente le 10.000 unità”, fa notare il Censis.
E mentre solo un terzo degli anziani di oggi pensa che sul piano economico stia vivendo una condizione peggiore di quella dei propri genitori, la consapevolezza di una vecchiaia più problematica viene richiamata dal 75,4% dei giovani.
L’Italia e i giovani
Ed è la grande maggioranza degli italiani a riconoscere che i giovani, in questo momento, sono la generazione più penalizzata di tutte: lo pensa il 57,3% del totale, mentre il 30,8% vede danneggiato soprattutto chi oggi è in età lavorativa e l’11,9% pensa invece che siano lasciati indietro soprattutto gli anziani. Le famiglie in Italia sono complessivamente 25,3 milioni.
Quelle tradizionali, composte da una coppia, con o senza figli, sono il 52,4% del totale (erano il 60% nel 2009). Il 32,2% delle famiglie (8,1 milioni) è formato da una coppia con figli (nel 2009 la percentuale era del 39,0%). Il numero dei matrimoni si riduce (ne erano stati celebrati 246.613 nel 2008, solo 180.416 nel 2021) e oggi 1,6 milioni di famiglie (l’11,4% del totale) sono costituite da coppie non coniugate, emerge ancora dal 57esimo ‘Rapporto Censis’.
Inoltre, dal 2018 al 2021 sono state celebrate 8.792 unioni civili mentre all’inizio del 2022 in Italia risultavano 17.453 cittadini uniti civilmente. Quanto agli anziani di domani saranno più soli: saranno sempre di più quelli senza figli. Il numero delle famiglie aumenterà perché saranno di dimensioni più piccole: il numero medio dei componenti delle famiglie scenderà dai 2,31 del 2023 ai 2,15 nel 2040.
Le coppie con figli diminuiranno fino a rappresentare nel 2040 solo il 25,8%. Aumenteranno le famiglie unipersonali fino a 9,7 milioni (il 37,0%). Tra di esse, quelle costituite da anziani nel 2040 diventeranno quasi il 60% (5,6 milioni). Gli anziani che vivono da soli saranno in prevalenza donne: se oggi, tra le donne che vivono da sole, il 63,6% ha più di 64 anni, nel 2040 si arriverà al 71,7%, contro il 40,4% di uomini anziani sul totale degli uomini soli.
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