“Liscio e busso“: se non avete mai sentito questa espressione, probabilmente, non avete mai giocato a tressette. A Napoli è un’espressione molto usata nella sua versione dialettale anche se con un significato totalmente diverso. Oggi ci addentriamo nuovamente nell’universo partenopeo per scoprirne, o riscoprirne, un altro divertente tassello.
Liscio e busso: dal tressette…
Probabile retaggio della dominazione spagnola, il tressette è un gioco molto popolare a Napoli. Si gioca con le carte da gioco cosiddette napoletane; le carte, cioè, che al posto di cuori, quadri, fiori e picche hanno spade, denari, bastoni e coppe. Generalmente si gioca a due o a quattro giocatori. Quando si gioca a coppie, i componenti delle due squadre possono lanciarsi dei segnali per indirizzare il gioco a proprio vantaggio.
Per invitare il compagno a giocare una carta appartenente a un determinato seme poiché se ne hanno in possesso di diverse, si fa un gesto in due mosse: prima si trascina la carta che si prende dal mazzo, poi si bussa con le nocche sul tavolo da gioco. Liscio e busso, appunto.
Se il messaggio non viene colto dal compagno o se l’alternanza delle carte non gioca a favore ecco che uno dei due rimprovera l’altro o, come si dice a Napoli, gli fa una cazziata.
… alla vita quotidiana
Ora possiamo spiegare il nesso tra un messaggio in codice mentre si gioca a carte e una ramanzina. Nel linguaggio comune popolare, infatti, il liscio e busso, diventato liscebbusso, ha un significato che esula dal gioco delle carte. Possiamo definire un liscebbusso come una solenne ramanzina, una lavata di testa. Nei casi più gravi, può comprendere anche una bastonata.
Chi ti riserva un liscebbusso è fortemente arrabbiato con te, urla, strepita e, se la situazione è particolarmente grave, ti insegue armato di bastone.
Il liscebbusso moderno
Liscebbusso è un termine della tradizione napoletana, molto popolare. Oggi tendiamo a usare un suo sinonimo, ampiamente utilizzato nel Sud Italia, che abbiamo anche italianizzato e diffuso nel resto d’Italia: cazziata. Il termine cazziata nascerebbe in ambito militare per indicare un solenne rimprovero. Di questo termine esiste anche la variante accrescitiva: il cazziatone.
Se la cazziata indica un rimprovero di una certa entità seguita a un nostro errore grave, il cazziatone indica che l’abbiamo combinata proprio grossa e che il livello di rabbia di chi ci rimprovera è salito alle stelle.
Inutile sottolineare che, come ogni esternazione, anche il liciebusso, o cazziata che dir si voglia, è accompagnato da una mimica facciale e una gestualità tutta partenopea che ne esaltano gli effetti.
In copertina foto di Helena Volpi da Pixabay