L’informazione in Italia gode di buona salute? I rapporti degli Osservatori che, a livello locale come europeo, monitorano l’informazione italiana non sono entusiastici. L’Osservatorio Ossigeno per l’informazione ha messo in evidenza il nodo delle querele bavaglio mentre il Centro Europeo di Monitoraggio sul pluralismo e la libertà di stampa attribuisce all’Italia un rischio medio.
L’informazione in Italia e il caso Scurati
La censura della tv pubblica allo scrittore Antonio Scurati, in occasione del 25 aprile, ha generato un’ondata di proteste particolarmente sentita a livello collettivo. Secondo l’OSservatorio Su Informazioni Giornalistiche E Notizie Oscurate, in breve Ossigeno, la vicenda non solo ha risvegliato il sentimento antifascista della collettività ma ha anche rappresentato l’occasione protestare contro un uso sempre più propagandistico della televisione pubblica.
Gli autori del report hanno paragonato l’ondata di protesta di quest’anno, accentuata anche dall’anniversario del delitto Matteotti, alla mobilitazione generata nel 2010 dalle norme bavaglio sulle intercettazioni del governo Berlusconi. Le proteste culminarono in una storica manifestazione in Piazza del Popolo a Roma indetta da FNSI e CGIL nel mese di ottobre che ebbe il suo peso nel far cadere quei progetti.
Stavolta, ribadiscono gli autori di Ossigeno, la protesta nata per la vicenda Scurati non ha avuto lo stesso seguito ma ciò che sta accadendo in Italia è sotto la lente d’ingrandimento dell’Europa. Gli organismi dell’UE, infatti, stanno monitorando più attentamente il rispetto degli obblighi dello Stato di diritto in Italia che rischia di vedersi negati i contributi spettanti per una procedura di infrazione così come già successo per Ungheria e Polonia. A destare le maggiori preoccupazioni sono le intimidazioni e le minacce ai giornalisti che sono diventate all’ordine del giorno. Ogni anno vengono presentate circa 10mila querele e cause per diffamazione per le quali, nel 90% dei casi, i relativi processi si risolvono con il proscioglimento. Ciò non toglie che si rechi un danno economico ai giornalisti accusati.
Il pluralismo dei media in Europa
Il Media Pluralism Monitor è un progetto di ricerca che valuta i media in Europa. Evidenzia le minacce al pluralismo e alla libertà dei media sia negli Stati membri dell’Unione europea sia nei Paesi candidati. IL Report annuale sul pluralismo dei media in Europa si articola su quattro macro aree che sono:
- protezione fondamentale
- pluralità di mercato
- indipendenza politica
- inclusione sociale
Intorno a queste aree si sviluppano 20 indicatori, 5 per ogni area, in base ai quali si attribuisce a ogni singolo Paese una percentuale di rischio. Sono tre le fasce di rischio: Bassa (0 – 33%), Media (34-66%) e Alta (67-100%).
L’Italia è situata nella fascia di rischio medio con il 36%, insieme a Francia, Spagna, Croazia, Slovenia, Ungheria, Polonia, Bulgaria, Serbia, Lettonia, Montenegro, Macedonia del Nord, Albania e Grecia.
In fascia di rischio basso troviamo Finlandia, Svezia, Danimarca, Germania, Estonia, Lituania, Belgio, Olanda, Repubblica Ceca, Austria, Slovacchia, Irlanda e Portogallo.
In fascia di rischio alto troviamo la Turchia.
In copertina foto di Luisella Planeta LOVE PEACE 💛💙 da Pixabay