Momento difficile per l’India che da settimane sta affrontando una grave crisi sanitaria a causa del virus Nipah. Le autorità locali hanno adottato misure di sicurezza simili a quelle che abbiamo conosciuto durante la pandemia di Covid 19. Vietati gli assembramenti, uso della mascherina, chiusura delle scuole, quarantena e tracciamento dei contatti. Nonostante esista il rischio di una nuova pandemia, al momento in India non possiamo parlare neanche di epidemia ma della presenza di singoli focolai.
Cos’è il virus Nipah
Il virus Nipah è un virus a Rna del genere Henipavirus. Prende il suo nome dal villaggio di Kampung Baru Sungai Nipah, nella Malesia peninsulare, dove fu isolato per la prima volta alla fine negli anni Novanta. Tra il 1998 e il 1999, infatti, in quel villaggio si sviluppò il primo focolaio della malattia con 265 contagiati e 105 morti. L’infezione rese necessario l’abbattimento di un milione di maiali ma ciò nonostante si diffuse a Singapore. Successive epidemie furono registrate negli anni dal 2001 al 2005 tra Bangladesh e diversi distretti dell’India.
Nel 2016, dopo l’epidemia di Ebola, l’Organizzazione mondiale dalla Sanità (OMS) lo ha classificato “un agente patogeno con potenziale pandemico” inserendolo nella lista dei virus possibili cause di future epidemie o pandemie. La lista dei virus, lo vogliamo precisare, comprendeva anche il Covid 19. L’Oms ha anche dichiarato che, oltre a non essere disponibile un vaccino per contrastare un’eventuale epidemia, il tasso di mortalità dell’infezione causata dal virus va dal 40% al 75%.
Quali sono i sintomi dell’infezione
Inizialmente il virus si trasmetteva attraverso i pipistrelli e i maiali. A oggi il contagio è possibile anche da uomo a uomo. Si trasmette attraverso il contatto con i fluidi corporei di animali infetti o attraverso alimenti contaminati. I sintomi più comuni dell’infezione comprendono:
- Febbre
- Mal di testa
- Dolori muscolari
- Vomito
- Gola infiammata
Quando l’infezione assume una forma più grave si possono aggiungere:
- Vertigini
- Sonnolenza
- Stato di coscienza alterata
- Encefalite acuta
- Polmonite atipica
- Gravi problemi respiratori
- Convulsioni
La malattia può essere anche asintomatica e il periodo di incubazione va dai 4 ai 14 giorni.
Le infezioni di origine animale
Siamo alle soglie di una nuova pandemia? La domanda ha il suo perché considerati i dati appena esposti. Nonostante le potenzialità del virus, gli esperti dicono che ne siamo lontani come l’India è lontana da un’epidemia. Al momento, infatti, si registrano sono focolai isolati.
Un altro dato è, però certo: le zoonosi, cioè le malattie che si trasmettono da animale a uomo, stanno aumentando. Un recente rapporto della Fao, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, indica che il 75 per cento delle malattie infettive trasmesse oggi è di origine animale. Un articolo apparso sulla rivista “Science” nel 2018 stimava la presenza di 1,7 milioni di virus sconosciuti nei mammiferi e negli uccelli. Tra i 540mila e gli 850mila di questi virus sarebbero in grado di infettare gli esseri umani. Cosa ha portato a questo incremento? I comportamenti irresponsabili dell’uomo, come deforestazioni e allevamenti intensivi, che hanno portato alle alterazioni climatiche, e il notevole aumento degli spostamenti internazionali.