Il dato di fatto sono gli 80 euro netti in più al mese per chi guadagna meno di 25 mila euro lordi annui. Nel suo assetto originario la manovra sulle detrazioni avrebbe dovuto alleggerire le tasse fino a un massimo di circa 450 euro l’anno sui redditi inferiori a 15 mila euro. La novità è che non è detto che all’incremento in busta paga si arrivi mediante le detrazioni Irpef. È al vaglio infatti un’altra ipotesi, tutta ancora da discutere,quella di un bonus, sotto forma di un sistema di contributi da applicare ad alcune fasce di reddito prestabilite al fine di tagliare, recuperando così risorse, gli sconti decrescenti sui redditi compresi tra i 25 e i 55 mila euro, assicurati comunque dalle detrazioni fiscali. Non solo busta paga: vanno aiutate le imprese. Stime recenti di Confcommercio, presentate in collaborazione con Format Ricerche, ci dicono che il 55,3% delle imprese ha un elevato livello di fiducia nell’attuale governo, anche se solo il 24,6% non ha dubbi sulla sua permanenza in carica fino alla fine della legislatura. La fiducia nell’operato di Renzi è più alta fra le PMI e grandi imprese, cala invece fra le microimprese. Per l’esponente del Pd Stefano Fassina non si può trascurare un dato allarmante quale la carenza di domanda aggregata: le imprese non investono perché non vedono consumatori, non perché non possono licenziare persone oramai ovunque senza protezione efficace. Con la riduzione dell’Irpef per i lavoratori a reddito medio-basso si va verso la giusta direzione, ma meglio ancora sarebbe tagliare le tasse senza copertura, ossia senza tagliare allo stesso modo sulla spesa, lungi dal provocare effetti recessivi sul Pil ed effetti negativi su occupazione e debito pubblico. Altra misura annunciata sul piano fiscale è la riduzione del 10% dell’Irap, l’imposta regionale sulle attività produttive, a partire dal 10 maggio, a cui Renzi sembra intenzionato a far fronte con un aumento di 6 punti percentuali (dal 20 al 26%) dell’aliquota sulle rendite finanziarie diverse dai titoli di Stato che porterebbe nelle casse dello Stato un gettito pari a 2,6 miliardi di euro. La ratio della manovra è chiara: dare un po’ d’ossigeno a lavoratori e imprese, favorendo i consumi per far ripartire l’economia e al tempo stesso rassicurare le famiglie, senza far venir meno il sostegno alle aziende. Le risorse per coprire la manovra deriveranno in gran parte dal taglio della spesa pubblica (3-4 miliardi già nel 2014) mentre altre entrate potrebbero arrivare dalla lotta all’evasione fiscale. Soddisfazione nell’ambiente di governo per l’operato finora svolto dal commissario della spending review Carlo Cottarelli.
24 Marzo 2014
L’IMPATTO FISCALE DEL PIANO RENZI
Scritto da Claudio Talone
Tempi brevi per il governo Renzi, che accelera per anticipare l?invio a Bruxelles del Documento di economia e finanza e del Piano.