Si è svolta al Mercato Centrale in Via Giolitti 36 a Roma la presentazione del nuovo numero di Limes, la rivista italiana di geopolitica. Alla presentazione hanno partecipato anche Dario Fabbri Giornalista, consigliere scientifico e coordinatore America di Limes e Federico Petroni, Consigliere redazionale di Limes, responsabile del Limes Club Bologna.
Il numero già in distribuzione, si intitola Trimarium, tra Russia e Germania; un titolo un po’ criptico, come ha affermato il direttore Lucio Caracciolo all’apertura della presentazione. Il Trimarium è quello spazio dell’Europa tra Russia e Germania che è stato non solo l’epicentro dei gravi conflitti mondiali del secolo scorso, ma anche la grande posta in gioco degli anni della guerra fredda. Questo spazio di terra (che comprende Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Romania, Slovenia, Bulgaria, Austria, Croazia e repubbliche baltiche) oggi ritorna alla ribalta ed è nuovamente nel mirino dei grandi della terra. E’ uno spazio ancora instabile e come tale, particolarmente appetibile ai due grandi colossi mondiali: la Russia da un lato e la Germania dall’altro. A rendere quanto mai complicato lo scenario delle relazioni internazionali, ci si mettono poi gli Stati Uniti d’America, che guardano a questo spazio di terra con occhio particolarmente interessato. Il controllo dei paesi che si trovano lì, infatti, potrebbe rivelarsi un perfetto cuscinetto ad una eventuale e pericolosissima solidarietà tra la Germania e la Russia che Stati Uniti, da sempre, cercano di scongiurare.
E i paesi “cuscinetto” che ruolo giocano nell’attuale scacchiere internazionale, dal momento che sono sotto i riflettori del mondo intero? Molti di questi, in particolare la Romania, i Paesi baltici e la Polonia , si illudono di coltivare delle relazioni speciali con gli Stati Uniti d’America. L’illusione di questi rapporti è dettata principalmente dal terrore di essere inghiottiti di nuovo sotto un rinnovato impero russo o un rinnovato impero germanico. Fanno la corte all’America, e l’America non ne disdegna le avances.
Oggi, la maggior parte di questi paesi “cuscinetto”, sta lavorando per ritrovare il senso della propria identità e del proprio orientamento geo politico, volgendo spesso, come la Polonia, lo sguardo e il ricordo ad un passato glorioso. La Polonia infatti, che si sta muovendo in pole position nello scacchiere europeo e che vanta tra il 400 e il 700 un passato glorioso con gli jagelloni prima e l’impero polacco-lituano dopo, sta agendo come se fosse il baluardo d’Europa. Un’Europa destinata ad implodere, a detta della Polonia, a causa innanzitutto della sua continua politica di accoglienza e mescolanza, che favorisce sul proprio territorio un coacervo di etnie e il conseguente abbandono delle proprie radici e della propria identità culturale. La Polonia invece, si ritiene (a torto) depositaria di una forte identità nazionale che può opporre a questa mescolanza di popoli che in realtà essa teme terribilmente, specialmente se slavi.
[Carta di Laura Canali da http://www.limesonline.com]
Da un paio di anni, i polacchi su ispirazione americana, hanno lanciato il progetto Trimarium, un progetto che ha un grande valore geopolitico in quanto si configura come una stretta alleanza tra i paesi “cuscinetto” sotto il presunto ombrello salvifico degli americani. Questa iniziativa si dovrebbe concretizzare nella costruzione di una serie di infrastrutture che rafforzerà gli stati dell’Unione Europea, mettendo in collegamento i paesi tra il Mar Baltico a nord, il Mar Nero a oriente e il Mare Adriatico ad occidente.
La cosa curiosa è che in questa iniziativa non compare l’italia… Molto probabilmente, essendo l’Italia un paese che ha dichiarate simpatie per la Russia, non è considerato dagli americani un buon candidato per una serie di iniziative che si configurano essenzialmente anti russe, ossia messe in atto per arginare un presunto, quanto mai improbabile, a detta del direttore Lucio Caracciolo, espansionismo russo.
Con questo nuovo numero quindi, gli autori di Limes, attraverso una serie di articoli dedicati a specifici paesi caldi di queste aree, ci danno evidenza di come si stia strutturando questo spazio instabile dell’Europa e in che cosa consista questo strano progetto definito appunto Trimarium.
La presentazione si è conclusa con l’intervento di Dario Fabbri, che ha indagato “il quarto mare” ossia il mare Artico dove si fa sempre più calda la competizione tra Usa e Russia, e quello di Federico Petroni che si è occupato invece del Giuk Gap, ossia di quel varco marittimo tra Groenlandia, Islanda e Regno Unito, strategico sia economicamente che politicamente per la NATO e per gli USA, e che ora è oggetto di un revival della storica competizione tra Usa e Russia.