Ora che se n’è andata, si parlerà ancora di Totò? Ora che lei non c’è più, a chi sarà promesso un museo che non vedrà mai la luce? Ce lo chiediamo oggi, a pochi giorni dalla scomparsa di Liliana De Curtis, che ha vissuto una vita intera a raccontare il padre Totò, a tenerne vivo il ricordo. Intendiamoci, la comicità di Totò non passerà mai anche se continua non essere capita davvero. Ci sono dei personaggi dello spettacolo, però, al quale il mondo non rende abbastanza giustizia.
Liliana De Curtis la figlia di Totò
Se oggi conosciamo così bene Totò lo dobbiamo a sua figlia Liliana. Attraverso i libri e i documentari televisivi per la Rai, ha raccontato l’uomo che si celava dietro la maschera dell’attore. “Totò a prescindere”, “Malafemmena”, “Ogni limite ha una pazienza” sono autentici scrigni di ricordi che hanno segnato la sua vita e quella di suo padre. Un padre col quale aveva un legame fortissimo nonostante le avesse stroncato la carriera di attrice. Liliana partecipò, infatti, a soli due film “San Giovanni
decollato” nel 1940 e “Oriente Express” nel 1954. E’ stata lei a rivelare i retroscena nascosti dietro la famosa canzone scritta da Totò, “Malafemmena,” e dedicata alla prima moglie Diana Rogliani, sua madre. Un amore intenso segnato dalla gelosia e da un patto che lei sciolse. Lo stesso nome Liliana fu dato alla neonata in memoria di un precedente amore di Totò. Liliana Castagnola, attrice e ballerina alla quale l’attore era stato sentimentalmente legato e che dopo la separazione da lui si suicidò.
I grandi tributi
Dal 2004 al 2009 Liliana De Curtis ha autorizzato e partecipato alla manifestazione “Cabaret festival – Premio Totò alla Comicità”. La competizione dedicata a comici emergenti che ha conferito “premi speciali” ad attori come Patrizio Rispo, Marisa Laurito, Nino D’Angelo, e Nino Taranto (alla memoria). Nel 2017, in concomitanza con il 50mo anniversario della morte di Totò, organizzò, con il sostengo del Comune di Napoli, la mostra monumentale “Totò genio”. Negli spazi del Museo Civico di Castel Nuovo si riunirono le maggiori istituzioni culturali del paese: l’Istituto Luce, il Polo Museale della Campania – Palazzo Reale, la RAI, la Siae – Società italiana degli Autori ed Editori, Rai Teche e l’Archivio Centrale dello Stato.
Il museo Totò
Il suo più grande desiderio, però, era quello di un museo interamente dedicato a suo padre da realizzare a Napoli, nel quartiere in cui era nato: il rione Sanità. Un sogno che si trasformò in progetto nella seconda metà degli anni Novanta quando la Regione Campania deliberò l'”ente museo di Totò” che avrebbe avuto sede in due piani del Palazzo dello Spagnolo, nel quartiere Sanità. I lavori, partiti dopo il 2000, però, si interruppero. Nel 2017, dopo aver risolto i problemi legati alla realizzazione di un ascensore, il Comune annuncia l’apertura del museo per Maggio dei Monumenti ma non vi dà seguito. Altri annunci si sono susseguiti nel tempo anche da parte del ministro dei Beni Culturali Franceschini ma a oggi Totò non ha ancora il suo museo dedicato. Il sogno di sua figlia Liliana non si è realizzato.