Proseguono gli appuntamenti con la grande poesia alla Locanda Del Mare in collaborazione con Casa della Poesia. Una serata è stata dedicata al grande poeta bosniaco Izet Sarajlic, a Sarajevo, la città dell’amore e al suo testamento, il suo miracolo poetico “LIBRO DEGLI ADDI” (Multimedia Edizioni, traduzione di Raffaella Marzano e Sinan Gudžević, a cura di Casa della Poesia, introduzione di Erri De Luca).
Letture, ricordi, testimonianze, interventi di Raffaella Marzano, Sergio Iagulli, Giancarlo Cavallo e in video dello stesso Sarajlic, di Erri De Luca, Gianmaria Testa, Margaret Mazzantini ed altri. Protagonisti del secondo Novecento e cantore della Sarajevo città martire. L’addio al mondo, all’umanesimo, ad una città, al secolo. Il LIBRO DEGLI ADDI è stato un evento editoriale che va ad affiancare il lavoro già svolto da Casa della poesia con la pubblicazione del volume del grande poeta di Sarajevo “Qualcuno ha suonato”.
Nel corso dell’incontro è stato proiettato il video “IZET SARAJLIĆ, SARAJEVO, FEBBRAIO 1994”, lettera a voce dalla Sarajevo assediata, di Marina e Andreas Achembach, film-video, sottotitolato in italiano, 1994. Nel febbraio 1994, infatti, durante una tregua dell’assedio di Sarajevo due giornalisti tedeschi, Marina e Andreas Achembach, visitano Izet Sarajlić nella sua casa e registrano una commovente lettera a voce indirizzata all’amico poeta Sinan Gudžević. È l’unico modo di comunicare e ne resta una straordinaria e drammatica testimonianza: sul progetto e sulla stesura del “Libro degli addii”, sulla situazione intellettuale nella città assediata, sul modo di vivere, sulla carestia, sulle famiglie divise, sull’amore che, non scomparso dalla città doveva, secondo lui, vincere sull’odio dei bombardamenti. Il poeta dà un interessante bilancio dei mondi fantasiosi e fittizi della letteratura mondiale che nella tragedia della guerra hanno rappresentato per lui un’oasi di umanità e di forza per resistere. Sarajlić conclude che la sorte di quei poeti che non si sono schierati con le ideologie nazionaliste dopo la terribile guerra sarà forse quella di errare nei luoghi provvisori, ancora da definire.