Libertà di stampa nel mondo, basta per la sua tutela l’istituzione e la celebrazione di una giornata per riaffermarla? Possiamo ancora parlare di libertà di stampa, oggi? Possiamo parlarne alla luce del fatto che quel villaggio di vetro che doveva essere il mondo dell’informazione si è miseramente infranto in mille pezzi?
Non sono domande retoriche. Non é pleonastico cercare di dare qualche risposta a questi quesiti. Domande che sembrano essere diventate quasi ascetiche e filosofiche. In realtà sono e restano di una così chiara e lampante realtà da rimanere allibiti. Tangibile, quantificabile e misurabile non solo nelle nostre belle democrazie occidentali ma anche nei Paesi dove vige il terrore verso l’informazione, la libertà è oro anzi più preziosa ancora.
Ogni anno il 3 maggio si celebra la Giornata Mondiale della Libertà di Stampa per riaffermare questa libertà come diritto fondamentale, per difendere i media dagli attacchi alla loro indipendenza e per ricordare tutti i giornalisti uccisi nell’esercizio della loro professione.
Libertà di stampa: è solo un problema di autoritarismo?
Se il vero problema della libertà di stampa fosse solo l’autoritarismo allora staremmo già dieci passi avanti e potremmo anche definirci soddisfatti. Purtroppo non è così: la libertà di stampa non è in pericolo solo nella Russia (che oggi va tanto di moda citare a proposito e spesso a sproposito) o nell’Afghanistan, Paese ormai usato per antonomasia per definire l’oscurantismo.
La libertà di stampa è molto più in pericolo nelle nostre ridenti democrazie occidentali a partire dagli States, già esportatori di libertà un tanto al chilo. Non esiste un solo Paese democratico occidentale dove la libertà di stampa sia vera e sia tutelata nel quotidiano. Perché a scrivere norme bellissime siamo molto bravi.
Abbiamo scritto decaloghi e decaloghi sui diritti umani e poi questi sono dilaniati ogni santo giorno ad ogni latitudine. Abbiamo scritto tavole e tavole di leggi per la protezione dell’infanzia ed ancora oggi proprio i bambini sono i più violati nei loro diritti essenziali dal becero e tronfio procedere dell’uomo che sopraffà il suo simile. Potremmo continuare con esempi all’infinito.
Libertà di stampa: significato e tutela
Oggi libertà di stampa non è e non può essere solo quella rivendicata, giustamente, dall’Ordine Nazionale dei Giornalisti quando non più di una settimana fa s’incontra con i vertici della Magistratura ed invoca il diritto ad informare scambiandolo con il diritto (inconcepibile) di creare mostri da sbattere in prima pagina. Quella non è libertà di stampa è liberticidio.
Lo stesso liberticidio che si compie ogni giorni dai teatri di guerra. Si, definizione al plurale, perché di guerre, purtroppo, in questo Globo terraqueo ce ne sono davvero tante e non tutte godono di palcoscenici mediatici. Quanto accade con le dirette a tutte le ore da Kiev o da Leopoli o da qualsiasi altro remoto paesino ucraino non è esercizio della libertà di stampa ma tutt’altro.
Le classifiche sono orribili eppure inesorabili. Secondo l’ultimo Rapporto Rsf sulla libertà di stampa l’Italia è 41esima. Si, quarantunesima l’Italia e dietro al 44esimo posto gli U.S.A. Un caso? Solo sfortuna? Non è che qui qualche problemino strutturale lo abbiamo?
Raffaele Lorusso segretario generale della Fnsi
«…è sotto gli occhi di tutti e il Rapporto annuale di Reporter Senza Frontiere lo fotografa in maniera impietosa: l’informazione italiana è indebolita da problemi strutturali che colpiscono i cronisti e il mercato del lavoro, dove libertà e autorevolezza sono schiacciate dal peso insopportabile della precarietà…»
Tutela del lavoro è tutela della libertà di stampa
Solo attraverso la tutela del lavoro per tutti e non solo per pochi eletti si può tutelare la libertà di stampa. Libertà fa rima con pluralità e, oggi, in Italia la pluralità è un miraggio. La grande editoria, assistita, fagocita tutto: quello che le occorre e quello che nemmeno le servirebbe.
Non si lasciano più nemmeno le briciole per sfamare quella miriade di micro imprese (anche i free lance sono tali in realtà) che poi sono il tessuto connettivo vivo dei tentativi di fare informazione in Italia. Il mercato della pubblicità è inaccessibile per chi è troppo piccolo.
I grandi agglomerati sono tutti destinati al fallimento perché non hanno a cuore la libertà di stampa ma solo la libertà di stampare e vendere. Una libertà che significa solo predominio e monopolio sui lettori intesi ed utilizzati come greggi da etero-direzionare.
Questo è un problema serio
Quello dell’editoria e della libertà di stampa è un problema molto serio ed irrisolvibile fino a che saranno chiamati a decidere solo le balene del mare magnum dell’informazione e non anche le sardine che sono quelle che danno vitalità e muovono il mercato.
Basta ipocrisie, per favore, lasciate stare le Giornate Mondiali per… che fra l’altro sono ormai quotidiane e sono talmente tante che si accavallano e si confondono così che la Giornata della Libertà di Stampa si va a confondere con quella della salvaguardia della coltivazione del pistacchio o dell’upupa del carso.
Mettiamo mano ad una salvaguardia vera della libertà di stampa che passi per la salvaguardia dei lavoratori e degli operatori dell’informazione. Non esiste giornalismo di serie A e di serie B esiste solo buon giornalismo e cattivo giornalismo; ad ogni livello.