La prima Regione a dispensare a titolo gratuito i farmaci a base di ormoni, indispensabili agli uomini e alle donne transgender, era stata la Toscana nel 2006. 14 anni dopo era stata la volta dell’Emilia Romagna (la legge era stata approvata nel 2019 e resa operativa nei giorni scorsi). La determina Aifa, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 30 settembre 2020, ha chiuso il cerchio. Ha azzerato le disparità territoriali per questo importante diritto della comunità LGBT disponendo che la terapia ormonale diventi gratis in tutto il territorio nazionale. Perché questa è una notizia importante?
In viaggio verso il vero sé
Perché la terapia ormonale accompagna per tutta la vita coloro che decidono di migrare dalla sessualità che vedono nel proprio corpo a quella che sentono nella loro testa. Il loro percorso inizia con dei colloqui psicologici tesi ad accertare la disforia di genere e termina con la sentenza di un giudice che assegna il genere desiderato. Nel mezzo c’è tutto un percorso di consapevolezza (del tutto soggettivo) e di cure ormonali (come da protocollo) che modificano sensibilmente le caratteristiche fisiche. Interrompere le cure con i farmaci ormonali, anche dopo il processo, significa regredire in questo passaggio. L’anno scorso, uno di questi farmaci era stato declassato in fascia C (che comprende i farmaci totalmente a carico degli acquirenti) e aveva visto il suo prezzo rincarare del 300% a causa di presunti alti costi sostenuti dalla casa farmaceutica produttrice.
Terapia ormonale gratis: la soddisfazione della comunità LGBT
Il rincaro del prezzo aveva scatenato, allora, una larga protesta mentre oggi, con la nuova legge, Arcigay parla di “rivoluzione” e di superamento di “una situazione normativa che considera ancora purtroppo la chirurgia il punto di riferimento principale“. La terapia ormonale, lo ricordiamo, è la base imprescindibile per tutte le persone transgender, e porta a un cambiamento delle caratteristiche secondarie del corpo. Gli interventi chirurgici, invece, pur portando a cambiamenti più visibili, sono una scelta. Per ottenere i farmaci in questione bisognerà rivolgersi direttamente alle farmacie ospedaliere. E’ bene sottolineare che avranno accesso gratuito a questo tipo cura anche i minori per i quali è necessario il consenso dei genitori o dei tutori legali.
Cosa c’è ancora da fare
Anche con questo passo importante, la strada per assicurare alle persone transgender uguali diritti non è terminata. Sono molte le città nelle quali, per esempio, ancora mancano i servizi ospedalieri dedicati alla disforia di genere. Un grave gap non solo per quanti non possono affrontare la spesa della medicina privata ma per tutti coloro che vogliono affrontare l’iter giudiziario di riconoscimento della nuova identità. Iter che deve necessariamente passare per la valutazione di operatori pubblici. Tuttavia, il percorso più difficile da fare resta ancora quello sociale. L’inclusione delle persone transgender nella vita quotidiana e nel mondo del lavoro. La sentenza del giudice non può essere considerato il fine ultimo di una persona transgender, ma come l’inizio di una nuova vita più aderente alle proprie aspirazioni.
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