Leucemia: una diagnosi che fa paura, perché annuncia un difficile percorso terapeutico, aggravato dalla consapevolezza di essere affetti da una patologia ad alto rischio, con il costante timore di non riuscire a sconfiggerla. L’Italia, dal canto suo, vanta il triste primato tra i Paesi occidentali per incidenza delle leucemie, con circa 15 nuovi casi l’anno ogni 100mila abitanti, ed è la forma di tumore più diffusa in età infantile. Spesso, però, le patologie leucemiche possono avere pochi sintomi o addirittura essere asintomatiche per lungo tempo: per questo è necessario offrire ai pazienti un approccio diagnostico di alta specialità. A questo scopo, il provider ECM 2506 Sanità in-Formazione ha voluto realizzare due video-corsi FAD (Formazione a Distanza) destinati al personale sanitario, già online sulla piattaforma Consulcesi Club: “Un viaggio nella diagnosi della leucemia linfoide acuta” e “Leucemia mieloide acuta: viaggio di un prelievo ematico”.
Oltre all’accuratezza scientifica dei corsi, garantita dal prestigio accademico del dottor Mauro Nanni del Dipartimento di biotecnologie cellulari ed ematologia dell’Università “La Sapienza” di Roma, Sanità in-Formazione ha scelto di offrire uno sguardo sulle condizioni di chi combatte ogni giorno contro la leucemia. Lo ha fatto attraverso due film emozionanti: “Luce Mia” di Lucio Viglierchio, presentato al “Torino Film Festival”, e “Il Cappellino” di Giuseppe Marco Albano, finalista al “Giffoni Film Festival” e candidato ai “Globi d’oro 2009” come miglior cortometraggio italiano.
“Luce mia” nasce dalla dolorosa storia personale del regista, cui fu diagnosticata la Leucemia Mieloide Acuta. Dopo tre cicli di chemioterapia e mesi di cure, è voluto tornare nell’ospedale della sua degenza per raccontare il calvario di Sabrina, in lotta contro il suo stesso male. Purtroppo lei non ce l’ha fatta: il film è la storia di quell’esperienza.
“Il Cappellino”, invece, affronta il delicato tema delle patologie oncologiche infantili, lanciando un messaggio di speranza: una bambina, seppur colpita dalla crudeltà della malattia, può comunque sperare di tornare alla normalità (le passeggiate, la scuola, gli amici), senza i suoi capelli ma con un grazioso cappello rosso.