Riceviamo e volentieri pubblichiamo, integralmente, la lettera del sig. Pelella.
Caro direttore,
le considerazioni di Raffaele Cantone sugli anticorpi, che a Milano ci sarebbero e a Roma no, ha fatto scoppiare una lunghissima discussione sui pregi e i difetti delle due città. Molti hanno fatto notare che di una discussione del genere non c’è bisogno perché essa non gioverebbe a nessuno.
Non sono d’accordo con questa osservazione. Secondo me il confronto tra diverse città o aree dello stesso Paese è necessaria; un confronto del genere da un lato può stimolare la voglia di riscatto dei residenti nelle città o aree più arretrate e dall’altro può favorire l’impostazione di politiche adeguate per i diversi territori. E’ a partire dall’individuazione dei punti di forza e dei punti di debolezza di ogni realtà sociale che si possono programmare le politiche pubbliche; facendo un confronto tra il livello raggiunto dagli indicatori di senso civico (come la raccolta differenziata, le aree verdi, le piste ciclabili, l’uso dei mezzi pubblici, ecc.) nelle diverse aree e città è possibile partire per attivare politiche pubbliche virtuose.
Di solito coloro che contestano l’utilità di questi confronti sono coloro che risiedono nelle aree più disagiate (Roma nei confronti di Milano, il Sud rispetto al Nord, ecc.); essi accusano coloro che fanno i confronti di essere, in modo più o meno dichiarato, dei razzisti. Secondo loro quelli che fanno i confronti hanno come scopo essenziale quello di mettere in cattiva luce i territori o le città generalmente considerati più arretrati.
Questo può essere vero in molti casi; come quando i leghisti parlavano male del Sud per favorire la secessione del Nord. Ma ciò non è sempre vero; chi fa questi discorsi non li fa sempre in mala fede ma anche perché è convinto che questo è un modo per favorire il riscatto delle realtà più arretrate. Ci sono, poi, anche coloro che, pur risiedendo a Roma o nel Sud, parlano male del posto dove abitano e bene di altre realtà. I difensori ad oltranza di Roma e del Sud, però, non immaginano neanche lontanamente che costoro possano farlo perché lo considerano un modo di voler bene alla proprio terra, un modo per far scattare nei residenti la molla dell’orgoglio.
Cordiali saluti
Franco Pelella – Pagani (SA)
La risposta del nostro direttore
Caro sig. Pelella,
le deduzioni che lei garbatamente ci propone sono indubbiamente frutto di un’analisi a freddo sulle parole di Raffaele Cantone e sono assolutamente condivisibili se postuliamo di rivolgerci ad un pubblico di cittadini in buona fede e senza preconcetti.
Diversamente, come lei sottolinea, si fa il gioco di chi cavalca crociate portate avanti solo con argomenti di “pancia” come si suol dire oggi.
Auguriamoci che quelle parole siano da stimolo a fare sempre meglio, soprattutto in chi governa la cosa pubblica e suscitino nei cittadini una maggiore partecipazione nel salvaguardare un incommensurabile bene comune come la democrazia.
Cordialità
Gianni Tortoriello
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