La Giornata del Caffè Sospeso svoltasi sabato ha avuto come suo punto di forza qui a Napoli la presenza dei rifugiati della guerra in Libia che hanno portato la loro testimonianza e voluto offrire questa lettera alla città , Cinquecolonne solidarizzando totalmente con le richieste effettuate, ha deciso di proporvela integralmente
E’ arrivato il tempo di attirare lo sguardo sulla situazione dei rifugiati qui a Napoli. Ci sembra importante, innanzitutto, ricordarvi che siamo partiti dai nostri paesi di origine spinti da molte cause: dalle guerre; dai conflitti politici, etnici, religiosi; dalla siccità che continua a devastare le nostre terre. Quando siamo arrivati in Libia molti erano, ovviamente, in quanto fuggitivi, senza documenti; nessuno in quel tempo ce li ha mai chiesti; la nostra integrazione si e’ compiuta, tutto sommato, senza difficoltà . Costituivamo più della metà della popolazione libica, ciascuno di noi viveva una vita tranquilla, senza costrizioni, nessuno di noi aveva intenzione di venire qui in Italia altrimenti saremmo partiti con la prima ondata di immigrazione clandestina. Quando e’ arrivata la guerra voluta e organizzata dagli occidentali, si e’ instaurato un clima di insicurezza generale tra i libici e gli stranieri che ha creato molte perdite umane e moltissimi sono fuggiti verso altri paesi africani. Noi siamo stati obbligati ad affrontare il mediterraneo e lungo il percorso molti nostri compagni hanno perso la vita. noi che siamo venuti qui in Italia costituiamo tuttavia un piccolo numero (circa il 30%) di tutti coloro che sono scappati; noi, infatti, siamo qui solo perché abbiamo paura di tornare nei nostri paesi d’origine. Abbiamo lasciato tutto dietro di noi: le nostre case, le nostre auto, i nostri beni materiali, i nostri soldi che ci avrebbero potuto aiutare in questo nostro difficile momento. Tutto questo a causa di una guerra per la libertà . E la nostra libertà ? che fine ha fatto la nostra libertà ? Noi chiediamo a voi abitanti della città di Napoli, che siete un popolo di grande valore e di antica civiltà , comprensione e solidarietà affinché ci possiate aiutare nella nostra lotta per l’autodeterminazione e per la dignità , una lotta che sarebbe impossibile vincere senza il vostro sostegno. Ricordatevi che l’apparenza e’ spesso ingannevole, per questo vi invitiamo a venire a trovarci negli hotel dove alloggiamo per scoprire le condizioni indegne, al limite del decoro, nelle quali viviamo. Noi qui non siamo dei turisti che riempiono i vostri alberghi, noi siamo qui per riprenderci la nostra vita normale, quella che ci e’ stata strappata a furia di bombe in Libia. Non smetteremo, perciò, di lamentarci del cibo insufficiente e qualitativamente scadente che siamo costretti a mangiare; non smetteremo di denunciare che molti di noi hanno gravi problemi di salute e aspettano molto tempo per ricevere cure mediche appropriate; non smetteremo di gridare che molti di noi non riescono nemmeno ad avere le medicine prescritte.
Siamo spiacenti di affollare i semafori chiedendovi l’elemosina di qualche centesimo, vendendovi fazzolettini o pulendo i vetri delle vostre auto. Siamo spiacenti anche di essere obbligati a raccogliere abiti o altri oggetti frugando nella spazzatura e a rivenderli, poi, nelle strade della vostra città per poter soddisfare i nostri bisogni essenziali. Questo vi sembra normale? vi sembra normale che ci vogliono escludere dalla vita sociale? Ci danno, ad esempio, dei ticket di 2,50 euro al giorno imponendoci dei negozi dove spenderli con prezzi raddoppiati apposta per noi. I negozi convenzionati sono così pochi che, sempre per esempio, non possiamo comprare schede telefoniche per poter telefonare ai nostri cari ne’ comprare abiti o scarpe con l’inverno che si avvicina a grandi passi. Alla fine, questi ticket non servono veramente a nulla. Il nostro soggiorno e’ finanziato completamente da fondi dell’unione europea. ma a che serve spendere tanti soldi al giorno se la nostra vita qui e’ così miserabile?
Noi vi chiediamo di aiutarci a ritrovare i nostri diritti di rifugiati; noi vi chiediamo di esserci accanto nella nostra richiesta di un permesso di soggiorno umanitario di un anno per tutti coloro che son dovuti fuggire dalla Libia. Venite a camminare con noi, numerosi, nelle nostre marce di protesta, per rompere il silenzio, per uscire tutti insieme dalle nostre solitudini.
Ricordate sempre che siamo figli di una guerra che ha distrutto le nostre vite.
CONTIAMO SULLA VOSTRA SOLIDARIETA’
I RIFUGIATI DELLA GUERRA IN LIBIA ALLOGGIATI A NAPOLI.
Napoli, Dicembre 2011