Mettere nella stessa frase energia nucleare e fonti green prevedrebbe una negazione nel mezzo ma non per la Commissione Europea che tra gli “investimenti verdi” potrebbe aggiungere anche questa fonte di energia.
Fonti green ed energia nucleare, la bozza della Commissione Europea
La Commissione europea ha avviato una consultazione con gli esperti su una bozza di atto delegato di tassonomia (che indica gli investimenti green). Un documento che, quindi, deve stabilire quali sono le fonti energetiche sulle quali l’Unione Europea vuole e dovrà investire. La bozza di questo documento comprende anche determinate attività relative al gas e al nucleare.
La nota della Commissione
“Tenendo conto dei pareri scientifici e degli attuali progressi tecnologici, nonché delle diverse sfide di transizione tra gli Stati membri, la Commissione ritiene che il gas naturale e il nucleare possano svolgere un ruolo come mezzi per facilitare la transizione verso un futuro prevalentemente basato sulle energie rinnovabili“, spiega l’esecutivo europeo in una nota.
“Nel quadro della tassonomia, ciò significherebbe classificare queste fonti energetiche a condizioni chiare e rigorose (ad esempio, il gas deve provenire da fonti rinnovabili o avere basse emissioni entro il 2035), in particolare perche’ contribuiscono alla transizione verso la neutralita’ climatica“,
L’iter procedurale della bozza
Qual è, allora, il percorso che questa bozza dovrà affrontare?
Ci sarà tempo fino al 12 gennaio per dare dei contributi al documento, a farlo saranno gli esperti del settore dei vari stati europei. L’UE analizzerà i loro contributi e adotterà formalmente l’atto delegato complementare entro la fine mese.
Il documento sarà, quindi, passato ai co-legislatori che dovranno oppure rifiutarlo. Proprio come nel caso del primo atto sul clima, il Parlamento europeo e il Consiglio Europeo (che hanno delegato alla Commissione il potere di adottare questo atto) avranno ben quattro mesi per esaminare il documento e, qualora lo ritengano necessario, per opporvisi.
Nonostante i 4 mesi di tempi, entrambe le istituzioni comunitarie possono richiedere ulteriori due mesi di tempo per l’esame.
Il Consiglio avrà la facoltà di opporsi solo con maggioranza qualificata rafforzata inversa e il Parlamento europeo a maggioranza semplice (ossia almeno 353 deputati in seduta plenaria).
Una volta terminato il periodo di controllo e ammesso che nessuno dei co-legislatori si opponga, l’atto entrerà in vigore e sarà applicato.