L’ultimo libro di Renato Casolaro, “L’elogio del fesso”– Sigma Libri Edizioni, è stato presentato nello spazio “LATERZAGORA” presso il teatro Bellini.
Nell’accezione comune la parola fesso ha un significato negativo, è sinonimo di persona debole, indecisa, scema, la sfida dell’autore è quella di volgerla al positivo distinguendola prima di tutto dalla stupidità e dalla cazzimma dei furbi e ridefinendola come sinonimo di mite.
Casolaro prova ad immaginare una società popolata di tutti fessi, persone positive che operano per il proprio e l’altrui bene e che di conseguenza non entrano mai in collisione tra loro né in conflitto di interessi.
In una società di fessi fondata sull’equità si starebbe tutti bene. L’utopia realizzata o meglio la Cotituzione applicata. Nella società dei furbi alla fin fine non sta bene nessuno.
Bisognerebbe conciliare l’etica della responsabilità con l’etica dei principi (le due etiche di Max Weber) suggerisce l’autore e ci rassicura con un elenco di fessi storici che, talvolta, la storia l’hanno cambiata come Gesù e Ghandi o che hanno formulato ipotesi di pace universale e fedeltà ai propri principi, Kant e Socrate.
E se i fessi sono nella storia, fortunatamente ve ne sono tanti anche oggi e l’autore prova a formulare un decalogo del fesso doc, convinto che l’uomo è fesso per natura e se i fessi del mondo prendono coscienza di sé e si uniscono, possono addirittura cambiare il mondo (qui l’autore si permette di parafrasare addirittura Marx: “Proletari di tutto il mondo…”).
Un atto di fede, solo apparentemente ingenuo, di un autore che non vuole arrendersi alla barbarie e col suo consueto stile ironico e leggero denuncia ancora una volta le ingiustizie di questo mondo governato da furbi.
All’incontro, moderato da Lia Aurioso, interverranno Gianni Tortoriello, Raffaele Moccia e Giuseppe Ferraro. Letture a cura di Silvana Iovine.