Le leggi sull’immigrazione approvate dalla Gran Bretagna negli ultimi mesi mettono una stretta non solo all’immigrazione illegale ma anche a quella legale. Dopo le controversie del piano Ruanda, il governo guidato dal premier Rishi Sunak, ha approvato una nuova legge che mette fine ai viaggi studio degli europei in Inghilterra. Lo scopo di tali leggi sembra essere attirare solo immigrazione “di qualità”.
Studiare e mantenersi in Gran Bretagna non sarà più possibile
Intere generazioni di europei, in passato, si sono formate in Inghilterra. Quanti giovani, provenienti da tutta Europa e non solo, sono approdati nel Regno Unito dove hanno studiato e contemporaneamente lavorato per mantenersi gli studi. Un’esperienza non solo molto formativa ma che dopo un primo periodo di gavetta ha aperto loro le porte del mondo del lavoro.
Questo tipo di esperienza, ora, non sarà più possibile. Il cambio non è una solo una diretta conseguenza della Brexit ma anche di una politica mirata a eliminare dal Regno l’immigrazione illegale e selezionare quella legale.
Leggi sull’immigrazione: chi potrà entrare in Gran Bretagna
Il perno intorno al quale ruotano le nuove leggi sull’immigrazione legale è il reddito. Vale a dire che chiunque voglia richiedere un visto lavorativo nel Regno Unito, dovrà percepire un salario di minimo 38.700 (circa 45mila euro) annui. Inoltre, le spese del visto saranno a carico del datore di lavoro. Ammontano circa a 1.500 sterline e comprendono la copertura sanitaria pubblica per il lavoratore.
La nuova soglia fissata per l’ingresso dei lavoratori in Gran Bretagna è aumentata di circa il 40% rispetto alla precedente che era stata fissata a 26.200 sterline (circa 33mila euro). Parliamo di un salario che va oltre la media nazionale e che percepiscono, quindi, profili molto qualificati.
Le uniche professionalità escluse dal provvedimento sono quelle che rientrano nell’ambito della sanità pubblica e dell’assistenza sociale, di cui al momento il Regno risulta molto carente.
Le nuove leggi non riguardano coloro che non risiedono in Inghilterra, Scozia, Galles o Irlanda del Nord da prima del 31 dicembre 2020 e quanti non hanno già ottenuto un visto post-Brexit prima del 4 aprile 2024.
Ricongiungimento familiare
Il nuovo pacchetto di riforme prevede norme più stringenti anche per chi vuole ricongiungersi con un familiare in Gran Bretagna. Anche per loro è stata stabilita una soglia minima di reddito. Soglia che viene continuamente alzata. Se in precedenza, infatti, il salario minimo richiesto era di 18.600 sterline annue, al momento è di 29.000 e per l’inizio del prossimo anno salirà ulteriormente a 38.700.
Tali condizioni renderanno preferenziale il ricongiungimento con un familiare con il conseguimento della cittadinanza inglese. Se nuove norme non cambieranno anche queste regole, la cittadinanza inglese si ottiene lavorando nel Paese ininterrottamente per 5 anni e dopo un anno dal permesso di soggiorno a tempo indeterminato.
L’unica deroga possibile sembra essere quella riguardante i lavoratori under 30. Questi ultimi, infatti, dovrebbero poter vivere in Gran Bretagna per un periodo massimo di 2 anni senza avere necessariamente come punto di riferimento un’azienda. Tale deroga riguarda lavoratori provenienti da Canada, Giappone e Corea del Sud. Per i lavoratori della stessa età provenienti dall’Unione europea, al momento, non esiste nessuna possibilità.