Sono tanti i commenti e le prese di posizione di fronte alla proposta di legge di oltre duecento deputati per la legalizzazione della cannabis, a prima firma dell’on. Benedetto Della Vedova. Il gioco delle parti della nostra politica si e’ rispecchiata anche in questo caso, soprattutto per i contrari che, oltre a dire che fa male farsi uno spinello , non dicono altro.
Ci ha colpito invece quanto ha detto il nostro ministro della Giustizia, Andrea Orlando, che sembra venuto fuori da un contesto politico dei primi anni 70 del secolo scorso: per lavarsi le mani e non prendere posizione, l’ha buttata sul sovranazionale (“non credo esista una via nazionale“). E anche se non dice esplicitamente, il suo riferimento e’ agli accordi internazionali in materia, accordi che vincolano pressocche’ tutto il mondo a considerare le droghe oggi illegali come il male dell’umanita’.
Tralasciamo il fatto che se di male dell’umanita’ si debba parlare, e’ sicuro che piu’ delle droghe questo male sia nel mercato clandestino controlalte dalle piu’ agguerrite e pericolose mafie criminali del mondo, italiane in testa. Non lo diciamo noi con uno sparuto gruppo di “fattoni“, ma piu’ di mezzo mondo, anche a livelli tipo il presidente Usa o, per restare “in casa“, il nostro dipartimento antimafia. Tralasciamo anche il fatto che una specifica sessione Onu si occupera’ a breve della vicenda e, all’ordine del giorno, c’e’ proprio lo stravolgimento dell’attuale impostazione. Tralasciamo che, vigenti le attuali normative internazionali a cui si riferisce il ministro Orlando, in mezza Europa, in tanti Stati Usa, e in tanti altri Stati nel mondo si sta facendo quello su cui il nostro ministro non prende posizione. Tralasciamo e tralasciamo… un elenco senza fine…
Sta di fatto che ad una non impossibile apertura che il ministro e il Governo avrebbe potuto fare inmerito, e’ stato preferito porre paletti, lavarsi le mani, ostacolare di fatto… cioe’ sottolineare che il nostro Governo non ha una spina dorsale per valutare un modo diverso di affrontare i giganteschi e drammatici problemi sanitari e di sicurezza che imperversano grazie all’attuale assetto proibizionista in merito (assetto, tra l’altro, rimesso in discussione anche dal nostra massimo organo costituzionale, la Consulta). Peccato. Chi si era creato delle aspettative su questo ministero, non solo in merito, si deve ricredere. Siamo in presenza di una Italia piccola piccola. Con ministri altrettanto piccoli piccoli. Ministri che non vedono oltre il loro naso e senza prospettiva.
Ministri riverenti all’ordine costituito anche quando questo fa acqua da tutte le parti. Ministri che -come tanti altri in Europa e nel mondo- potrebbero impugnare il futuro e operare per essere protagonisti nella sua costruzione; ma che invece, seduti sulla loro poltroncina, con la loro cartellina in mano mentre aspettano il loro turno di manifestare o meno (rispetto all’aria che tira) il proprio “yes“, vedono e sentono molto meno di quanto un qualunque umano della strada percepisce e capisce.