L’Italia è un Paese strano. Quando si tratta di fare riforme, più o meno giuste, si sbandiera ai quattro venti quanto queste siano fatte in nome del progresso e della civiltà globale che avanza e le istanze di novità sembrano essere recepite ancor prima che nascano e si rendano note. Non è possibile, quindi, che una “politica così solerte” si perda poi in sterili dibattiti fondati su presupposti ideologici vetusti e senza alcuna apertura verso il futuro, quando si parla della possibilità concreta della realizzazione di un polo culturale di rilevanza internazionale in una piccola cittadina del Sud, da sempre tradizionale crocevia di culture e popoli.
E’ certo ci sarà un’ Università islamica a Lecce. Ora per favore non si perda tempo per la sua e non ci si attardi nelle solite oziose diatribe pseudo religiose che assomigliano a questioni di lana caprina.
Bisogna sottolineare come non bisogna più mettere alcun bastone tra le ruote all’iniziativa che a quanto pare – per come dichiarato allo stessa associazione da parte dell’avvocato Giampiero Khaled Paladini presidente della Confime, organizzazione di professionisti e aziende, in tutto circa 500, provenienti dalle regioni del Mezzogiorno che si stanno adoperando per la realizzazione – è in dirittura d’arrivo.
La creazione di un’università d’ispirazione islamica, la prima in Europa, in un territorio come quello salentino, da sempre propenso al dialogo e all’incontro per ragioni geografiche e storico – sociali, non può che rappresentare un ulteriore e prezioso elemento in tal senso, rendendo il capoluogo salentino una capitale permanente della cultura globale.