L’alleanza terapeutica tra medico e paziente onco-ematologico nell’era delle medicina di precisione è basata su quattro chiavi: lealtà, fiducia, ascolto, engagement.
Il punto centrale della tavola rotonda che si è tenuta a Roma “Il patto medico-paziente in onco-ematologia”, parte del progetto “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere”, proposto da Salute Donna Onlus, con le Associazioni dei pazienti e dei medici, con l’appoggio di diverse sigle farmaceutiche.
Un focus sull’importanza dell’alleanza terapeutica tra medici e pazienti, sull’importanza della fiducia reciproca tra le due figure, messa a dura prova dal flusso di notizie – spesso senza fondamento – che gli utenti/pazienti riescono a reperire attraverso internet.
“Il rapporto medico-paziente è centrale per l’efficacia dei processi sanitari – ha detto Annamaria Mancuso, presidente di Salute Donna onlus e organizzatrice dell’evento – in questo ambito l’informazione al paziente riveste un ruolo fondamentale per assicurare trasparenza, condivisione e partecipazione attiva di entrambi al percorso terapeutico.
E la prospettiva che noi pazienti favoriamo – ha proseguito Mancuso – è quella di un’alleanza strategica con i medici per assicurare la scelta delle migliori opzioni nell’ottica di una medicina sempre più efficace e personalizzata. La comunicazione tra medici e pazienti onco-ematologici è parte integrante del nostro progetto, in quanto essere informati è uno dei diritti fondamentali del paziente e attraverso l’informazione i pazienti hanno migliore consapevolezza di tutti i propri diritti”.
Dunque, la lealtà (intesa come medico che non deve nascondere nulla al paziente, valutandone però l’impatto emotivo), ascolto (linguaggio comprensibile da parte del medico verso il paziente), fiducia (del medico nella capacità del paziente di comprendere le scelte terapeutiche, quella che deve nutrire il paziente nella diagnosi e nella terapia indicate dal medico. Infine l’engagement, con medico e paziente ugualmente coinvolti nel percorso di cura.
Erano presenti all’evento l’onorevole Federico Gelli, deputato e membro della XII Commissione della Camera, assieme a Luigi D’Ambrosio Lettieri, rappresentante dell’Intergruppo parlamentare “Insieme per un impegno contro il cancro” e Membro XII Commissione Igiene e Sanità al Senato; Andrea Grignolio, Docente di Storia della Medicina, Sapienza Università di Roma; i rappresentanti delle Associazioni pazienti sostenitrici del progetto Felice Bombaci, responsabile Gruppo AIL Pazienti Leucemia Mieloide Cronica; Viviana Ferrari, Presidente Nastro Viola e Stefania Vallone, Women Against Lung Cancer in Europe; i rappresentanti della Commissione tecnico-scientifica Claudio Cricelli, Presidente SIMG (Società Italiana Medicina Generale); Paolo Gritti, Presidente SIPO (Società Italiana di Psico-Oncologia); Paolo Marchetti, Professore ordinario di Oncologia Medica, Direttore U.O.C. Oncologia Medica, A.O.U. Sant’Andrea, Roma e Marco Vignetti, Ricercatore Ematologia Università Sapienza di Roma – Fondazione Gimema.
Durante la tavola rotonda si è discusso della nuova comunicazione medico-paziente che si fonda su due pilastri: da un lato la bioetica, che prescrive al medico di confrontarsi non con il paziente, ma con la specifica persona che ha di fronte in un determinato momento; dall’altro, la risposta neurofisiologica, che, in presenza di un medico partecipativo ed empatico, attiva una serie di endorfine-ormoni, mediatori, farmaci naturali come la serotonina, sorreggendo gli effetti della terapia farmacologica, anzi, aumentandone l’efficacia anche del 30 per cento. Con benefici anche per il sistema sanitario.