A spingere l’inflazione è l’aumento record del 37,3% dei prezzi dei vegetali freschi e del 9,4% della frutta rispetto allo stesso mese dello scorso anno per effetto del maltempo che con gelo e neve ha decimato le coltivazioni agricole a gennaio.
E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti a commentare i dati Istat sull’inflazione che raggiunge a febbraio il valore tendenziale dell’1,5% il valore piu’ alto da quattro anni. L’aumento dei prezzi dei vegetali freschi a febbraio è consistente anche rispetto a gennaio con un rincaro del 12,5%.
L’ondata di maltempo ha provocato a gennaio danni nelle campagne superiori ai 400 milioni di euro ma insieme agli agricoltori a pagare il conto dei cambiamenti climatici rischiano di essere anche i consumatori che subiscono gli effetti delle speculazioni in una situazione in cui i prezzi degli ortaggi aumentano in media triplicano dal campo alla tavola.
Nel mese di gennaio dalla Puglia alla Basilicata, dalle Marche al Lazio, dall’Abruzzo al Molise, dalla Sicilia alla Calabria, dalla Campania alla Sardegna sono decine di migliaia le aziende agricole che hanno perso le produzioni di ortaggi invernali prossimi alla raccolta, dai carciofi alle rape, dai cavolfiori alle cicorie, dai finocchi alle scarole, per effetto del gelo che ha bruciato le piantine, ma sono saltate molte consegne di verdure salvate e di latte per i problemi di viabilità soprattutto nelle aree interne.
Gravi sono anche i danni che si sono verificati sugli agrumeti così come per i vigneti di uva da tavola che hanno ceduto sotto il peso della neve le cui conseguenze sul mercato potranno essere verificate solo nei prossimi mesi.
Un’ondata di maltempo che ha colpito i principali paesi produttori dell’Europa, dall’Italia alla Spagna fino alla Grecia con rincari spinti dal crollo delle disponibilità con gli scaffali vuoti e le vendite di broccoli, zucchine ed insalate addirittura razionate in alcuni supermercati inglesi.
Il risultato è stato un aumento a gennaio dell’inflazione a livello europeo al 1,8% spinto dal rincaro del 3,5% per i prodotti alimentari non trasformati come l’ortofrutta.