Vertiv, in precedenza Emerson Network Power, ha dato seguito ad un’analisi iniziata già lo scorso anno e ha individuato sei tendenze per le infrastrutture del data center nel 2017.
“Nel 2016 le macrotendenze internazionali hanno avuto un impatto significativo sul settore. Le grandi protagoniste sono state le innovazioni nel cloud computing e la responsabilità sociale“, sottolinea Giordano Albertazzi, Presidente Europa, Medio Oriente e Africa per Vertiv. “Con l’ulteriore integrazione del cloud computing nelle attività IT, il focus si sposterà sul miglioramento dell’infrastruttura critica per permettere alle imprese di gestire maggiori volumi di dati. Riteniamo che il 2017 sarà l’anno in cui i professionisti dell’IT investiranno nella preparazione dei loro data center per il futuro, affinché questi siano agili e flessibili anche negli anni a venire.”
Di seguito sono riportate le sei tendenze che definiranno lo scenario 2017 delle infrastrutture dei data center:
1. L’infrastruttura si velocizza per tenere il passo con la connettività sull’edge
L’IT distribuito e l’uso dell’Internet of Things in ambito industriale (IIoT) stanno avvicinando l’Information Technology agli utenti e ai processi industriali. Se il data center rimane fondamentale per fornire applicazioni e servizi, come la gestione dei punti vendita e delle giacenze in magazzino, gli armadi di rete e i micro data center stanno crescendo in numero e importanza, insieme al proliferare di sensori e dispositivi collegati a Internet e alle richieste da parte degli utenti remoti di accessi più rapidi alle informazioni. Per rispondere a questi cambiamenti, le aziende adotteranno micro data center preconfigurati che permettono implementazione rapida, standardizzazione e gestione remota in tutte le sedi IT distribuite. La standardizzazione e la modularità stanno diventando importanti sia nelle sedi IT distribuite che nei data center di grandi dimensioni. Anche gli attuali armadi di rete e le sedi IT remote saranno rivalutati per assicurare che le misure energetiche e di raffreddamento rispondano alle necessità dettate dalla crescente criticità di questi ambienti, dal momento in cui iniziano a fornire la raccolta e l’analisi localizzate dei dati provenienti da sensori e dispositivi connessi in tempo reale.
2. Il raffreddamento del data center punta alla sostenibilità
Negli ultimi cinque anni il raffreddamento del data center è cambiato in modo molto significativo. Spinti dall’obiettivo di abbattere i costi energetici, i tradizionali approcci focalizzati sulla fornitura del “massimo raffreddamento” sono stati sostituiti da metodi più sofisticati che si concentrano sull’eliminazione del calore nel modo più efficiente possibile. Il crescente utilizzo di tecnologie con economizzatori e la continua evoluzione di controlli termici intelligenti hanno permesso strategie di raffreddamento estremamente più resilienti che supportano PUE (Power Usage Effectiveness) inferiori a 1,2. Sebbene l’efficienza energetica rimanga uno degli obiettivi più rilevanti, anche il consumo di acqua e l’uso di refrigerante sono diventati temi importanti in determinate aree geografiche. Grazie all’ampliamento delle possibili strategie di raffreddamento attualmente disponibili, gli operatori di data center stanno personalizzando la gestione della temperatura in base all’ubicazione e alla disponibilità di risorse del data center. Il mercato globale evidenzia la tendenza ad utilizzare sempre più spesso nuove tecnologie che sfruttano il raffreddamento evaporativo e adiabatico e che quindi utilizzano l’acqua per raffreddare l’aria circostante. Queste tecnologie permettono di ottenere una gestione termica estremamente efficiente, affidabile ed economica. Nei luoghi in cui la disponibilità o i costi dell’acqua rappresentano un problema, hanno preso piede i sistemi di raffreddamento senza acqua. Un tradizionale sistema a base di acqua raffreddata a circuito aperto utilizza in un anno oltre 15.000 metri cubi di acqua per raffreddare 1 MW di capacità IT. Le nuove tecnologie con economizzatori a pompa refrigerante, che non utilizzano acqua e non introducono aria esterna nel data center, faranno risparmiare quasi 4 milioni di metri cubi di acqua in un anno in Nord America.
3. La responsabilità della sicurezza si estende alla gestione del data center
Mentre le violazioni dei dati continuano ad attirare l’attenzione, anche la sicurezza del data center diventa una preoccupazione. Lo studio “Cost of Data Center Outages effettuato nel 2016 da Ponemon Institute” ha rivelato che il 22% delle interruzioni dell’attività dei data center prese in esame è rappresentato da cyber attacchi. Parallelamente all’incremento del numero di dispositivi collegati per consentire una gestione più semplice e un’eventuale automazione, aumentano anche le fonti di minacce. I professionisti del data center stanno inserendo la sicurezza tra le loro priorità, iniziando a valutare soluzioni che li aiutino a identificare le vulnerabilità e a migliorare le difese agli attacchi. I portali di gestione, che consolidano i dati provenienti da molteplici dispositivi per supportare il DCIM (Data Center Infrastructure Management), si stanno profilando come potenziale soluzione. Con determinate impostazioni, possono identificare punti non protetti dell’infrastruttura critica e fornire un messaggio di avviso prima di un attacco.
4. Il DCIM dimostra il suo valore
Il valore del DCIM continua ad aumentare, sia a livello di risoluzione dei problemi, sia per la sua capacità di gestire il sempre più complesso ecosistema del data center. Gli operatori più innovativi utilizzano il DCIM per risolvere difficoltà del data center, quali la conformità alle normative, l’Information Technology Infrastructure Library (ITIL) e la gestione di ambienti ibridi. Infine, i fornitori di colocation trovano nel DCIM uno strumento prezioso per l’analisi dei propri costi-per-cliente e per offrire ai clienti una visibilità da remoto sui loro asset. Il DCIM ha anticipato l’IIoT nel data center, offrendo monitoraggio e maggior coordinazione tra i sistemi e il supporto per l’automazione, che rappresentano il valore aggiunto dell’IIoT.
5. Le alternative alle batterie piombo-acido diventano importanti
Si stanno profilando nuove soluzioni per l’anello debole dei sistemi di alimentazione del data center, grazie agli operatori che cercano di ridurre l’ingombro, il peso e i costi totali delle tradizionali batterie al piombo-acido regolate da valvole (VRLA). Le più promettenti sono le batterie agli ioni di litio. Con il calo dei prezzi e i progressi compiuti a livello di chimica e di costruzione, le batterie agli ioni di litio stanno diventando un’alternativa percorribile per il data center e vengono modulate in modo da gestire le necessità a livello di fila di server e di intera sala. Sebbene questa tecnologia per le batterie fosse disponibile già in precedenza, il miglioramento delle condizioni economiche ha incentivato maggiori sforzi di commercializzazione nell’industria del data center. Gli operatori di data center si interessano da tempo alle possibili alternative alle batterie al piombo-acido, ma le tecnologie disponibili non sono state in grado di equiparare il valore e la capacità di accumulo di quelle tradizionali. Oggi, invece, si vanno delineando alternative concrete in grado di ridurre l’ingombro e di aumentare durata e sostenibilità.
6. La progettazione e l’implementazione del data center diventano più integrate
Da alcuni anni l’integrazione delle tecnologie nel data center sta aumentando, in quanto gli operatori individuano soluzioni modulari integrate che possano essere implementate rapidamente, che siano facilmente scalabili e gestite in modo efficiente. Questa stessa filosofia viene applicata allo sviluppo del data center. La rapidità di adattamento al mercato è uno dei fattori chiave delle aziende che sviluppano la maggior parte della potenza del data center. Queste aziende hanno evidenziato che la tradizionale compartimentazione tra le fasi di progettazione e costruzione è complicata e improduttiva. Di conseguenza, stanno adottando un approccio “chiavi in mano” che sfrutta progettazione modulare integrata, costruzione in un luogo diverso dalla sede finale e gestione organizzata del progetto. I produttori che uniscono competenze infrastrutturali, progettuali e di ingegnerizzazione, oltre ad un project management sofisticato per fornire soluzioni “chiavi in mano”, sono in grado di costruire data center migliori in tempi più rapidi.
“Per le aziende che vogliono rimanere altamente competitive e sfruttare completamente le nuove tecnologie basate sul cloud computing, la potenza dell’infrastruttura IT rimarrà, a mio avviso, la chiave del successo” commenta Antonio Carnassale, Country Manager di Vertiv in Italia. “Con il rapido incremento dei volumi di dati, le infrastrutture IT continueranno a evolversi nel corso dei prossimi anni per offrire i servizi più rapidi, più sicuri e più efficienti necessari a soddisfare tutte le nuove esigenze. È indispensabile quindi pensare oggi a quale possa essere l’investimento futuro più appropriato, rivolgendosi al partner più esperto nella gestione di tutte le componenti che ruotano intorno al data center – dalla pianificazione e progettazione, al project management fino ai servizi di manutenzione e ottimizzazione dei sistemi.”