“Nei panni di Caino per capire e difendere le ragioni di Abele” è il progetto presentato da Polizia di Stato e Sapienza Università di Roma che utilizza tecnologie analysis di Almawave per portare nelle scuole l’educazione alla legalità.
Tecnologie analysis, cosa sono?
Le tecnologie d’analisi si riferiscono a una serie di strumenti, tecniche e metodologie utilizzate per analizzare e interpretare i dati. Queste tecnologie consentono di ottenere informazioni dettagliate su una vasta gamma di dati, come ad esempio dati finanziari, dati di mercato, dati biologici, dati ambientali e molti altri.
Le tecnologie d’analisi includono una varietà di strumenti software come i sistemi di business intelligence (BI), i software di data mining e di analisi dei dati, gli strumenti di visualizzazione dei dati, i software di intelligenza artificiale (AI) e di apprendimento automatico (machine learning), le tecniche di elaborazione del linguaggio naturale (NLP) e molte altre.
La storia di Almawave con le parole di Valeria Sandei, Amministratore Delegato di Almawave
Passiamo, ora, a raccontare quella che è la storia di oggi. Tramite le parole di Valeria Sandei, Amministratore Delegato di Almawave andremo alla scoperta dell’azienda e del nuovo progetto che sta prendendo forma con la Polizia di Stato:
Cos’è Almawave?
Almawave S.p.A, azienda del Gruppo Almaviva, è una società italiana leader nell’Intelligenza Artificiale e nell’analisi del linguaggio naturale scritto e parlato. Almawave dispone di tecnologie proprietarie all’avanguardia e servizi applicati per concretizzare il potenziale dell’AI nell’evoluzione digitale di aziende e pubbliche amministrazioni
Come nasce il progetto?
L’iniziativa, a forte valenza innovativa, nasce dalla collaborazione tra la Polizia di Stato e Sapienza Università di Roma – Dipartimento di Psicologia, in qualità di partner progettuale, ed ha come obiettivo principale la diffusione e l’educazione alla legalità tra i giovani mediante il ricorso a nuove modalità di formazione e condivisione in ambito scolastico. Il progetto, finanziato all’interno del PON Legalità 2014-2020, è visto come una sorta di “pronto intervento cyber” e ha lo scopo di rendere i giovani consapevoli dei rischi del web attraverso l’uso della realtà virtuale, per promuovere una cultura della Sicurezza e della Legalità in Rete.
In cosa consiste?
In particolare, sono stati realizzati 12 scenari virtuali immersivi riproducenti situazioni di illegalità – utilizzati nelle scuole delle Regioni PON con il supporto degli operatori della Polizia Postale e delle Comunicazioni ed esperti psicologi – che saranno “vissuti” con specifici visori di ultima generazione capaci di stimolare reazioni profonde e tali da far comprendere, anche sotto l’aspetto emotivo, il vero senso della diffusione della legalità.
Destinatari del progetto sono giovani tra i 14 e i 17 anni appartenenti alle aree maggiormente a rischio di dispersione scolastica. Cinque i territori regionali coinvolti, cioè Calabria, Puglia, Basilicata, Campania e Sicilia per circa 750 alunni di 80 scuole Secondarie di secondo grado complessive.
Qual è la sua mission?
La mission del progetto – la cui unicità risiede nella ricerca scientifica e nella forte innovazione – è quella di valorizzare l’uso dell’alta tecnologia al fine di educare alla legalità ed esporre i ragazzi a meccanismi empatici attraverso la realtà virtuale. Un percorso emotivo molto coinvolgente che li metterà di fronte a scenari differenti da affrontare.