Brutte sorprese per chi intende viaggiare in aereo. Da gennaio, infatti, si prospetta un nuovo aumento delle tasse aeroportuali che, è proprio il caso di dirlo, nell’ultimo decennio hanno preso il volo.
Il nuovo aumento sarà di 2,50 Euro, che porterà a quota 9 Euro l’ammontare dell’«Addizionale comunale sui diritti d’imbarco dei passeggeri sugli aerei» (per gli scali romani di Fiumicino e Ciampino tale addizionale è pari a 10 Euro). Non dimentichiamo che, tale addizionale, rappresenta solo una delle molte voci che compongono le tasse aeroportuali.
A conti fatti, si tratta di un aumento complessivo di oltre 385 milioni di Euro.
Tale aumento inciderà in particolare sul costo dei biglietti low cost, raggiungendo percentuali anche del 5-10% (che variano, ovviamente, a seconda dell’importo del biglietto).
Dopo i conti correnti e le assicurazioni auto più care d’Europa, ecco che ci guadagneremo, così, un nuovo primato negativo. Sostiene, infatti, la Iata (organizzazione che riunisce la maggior parte delle compagnie aeree) che vi sarà, in tutto il mondo, un calo del costo dei ticket pari a circa il -61% dal 1995: in tale contesto l’Italia sarà l’unico Paese dove il costo dei biglietti rischia di aumentare, a causa dell’aumento fiscale e del mancato o comunque insufficiente adeguamento dovuto al ribasso del costo dei carburanti.
È intollerabile che, per un biglietto su una tratta interna come la Milano-Roma, con un prezzo base in classe Economy, ben 67,7% del costo sia riconducibile alle tasse.
‘Tutto ciò è inaccettabile. Se è questo il modo in cui si vuole incentivare il turismo nel nostro Paese c’è molto di cui preoccuparsi.’ – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef.
Per questo chiediamo al Governo una svolta in tale settore, per ristabilire equità nella tassazione e dare nuovo impulso ad un settore chiave della nostra economia che, specialmente in una fase delicata come questa, ha bisogno di essere sostenuto e incoraggiato, non certo attraverso nuovi aumenti.
Inoltre, per contrastare questo ennesimo rincaro, abbiamo dato mandato alla nostra Consulta Giuridica di studiare ricorsi ed interventi di carattere legale per annullarne l’applicazione.