I 28 Stati membri dell’UE hanno concordato su come finanziare ulteriori 3 miliardi di euro per lo strumento dell’UE per i rifugiati in Turchia a sostegno dei profughi siriani.
In seguito all’accordo politico raggiunto nel Consiglio europeo, gli Stati membri hanno confermato durante la riunione del Comitato dei rappresentanti permanenti (Coreper) che 2 miliardi di euro di questo importo saranno finanziati dal bilancio dell’UE e il restante 1 miliardo di euro da contributi degli Stati membri in base alla loro quota di RNL dell’UE.
L’accordo onora l’impegno assunto dall’UE in base alla dichiarazione UE-Turchia del 18 maggio 2016 di fornire una seconda rata di 3 miliardi di euro per l’impianto per i rifugiati prima che i 3 miliardi di euro inizialmente assegnati siano stati interamente utilizzati. Permette alla Commissione di preparare misure concrete al fine di rendere disponibili fondi aggiuntivi per i rifugiati.
La struttura ha fornito assistenza ai rifugiati in Turchia in una serie di settori, come gli aiuti umanitari, l’assistenza sanitaria, l’istruzione e il sostegno socioeconomico.
L’accordo sulla seconda tranche di finanziamenti garantirà che i progetti in settori importanti, come l’istruzione dei bambini rifugiati, possano continuare senza interruzione quando i contratti nell’ambito della prima tranche giungeranno al termine.
Rispetto al 2016, quando è stato deciso il finanziamento della prima tranche, non vi è più una necessità così urgente di mettere rapidamente a disposizione una grande quantità di denaro. Gli Stati membri hanno pertanto ritenuto che gli impegni dovrebbero nuovamente essere ripartiti su due anni – 2018 e 2019 – ma che il periodo contrattuale dovrebbe essere prorogato fino al 2020. Questo allenterà la pressione sui bilanci annuali dell’UE, che finanzieranno una percentuale maggiore di questa seconda quota di quello che hanno fatto per il primo.
In base all’accordo raggiunto oggi, la struttura per i rifugiati continuerà a essere supervisionata da un comitato direttivo che riunirà rappresentanti della Commissione europea e degli stati membri. Il suo compito è di assicurarsi che i progetti vengano eseguiti correttamente a beneficio dei rifugiati.