Al contrario di quanto si crede sulle statine come mezzo di prevenzione dell’aterosclerosi, un recente studio shock, pubblicato sull’Expert Review of Clinical Pharmacology, ha presentato una prospettiva dove le statine possano causare la calcificazione delle arterie coronarie e possono funzionare come tossine mitocondriali che alterano la funzione muscolare nel cuore e nei vasi sanguigni attraverso la deplezione del coenzima Q10 e dell'”eme A”, e quindi la genesi di ATP. Secondo il dr Harumi Okuyama e il suo team di ricerca, autori dello studio, le statine inibiscono la sintesi di vitamina K2, il cofattore per l’attivazione delle proteine Gla della matrice, che a loro volta proteggono le arterie dalla calcificazione.
Le statine inibiscono la sintesi delle proteine contenenti selenio, una delle quali è la glutatione perossidasi che sopprime lo stress ossidativo. Un’alterazione della sintesi delle selenioproteine può essere uno dei fattori in gioco nell’insufficienza cardiaca congestizia, come nelle cardiomiopatie dilatatorie in corso di deficienza di selenio. Quindi concludendo il dr Harumi Okuyama e il suo team di ricerca hanno dichiarato che” l’epidemia di malattie cardiovascolari può essere paradossalmente aggravata dall’uso pervasivo delle statine.
A sostegno dei risultati della ricerca è sceso in campo anche il dr Peter Langsjoen, cardiologo statunitense, che è co-autore dello studio che ha dichiarato : “gli effetti a lungo termine sono devastanti”.
Il ruolo delle statine sarebbe principalmente quello di prevenire i problemi cardiovascolari, e lo farebbero controllando e riducendo i livelli di colesterolo nel sangue. Ma non sono neanche così sicure.
Che le statine abbassino il colesterolo è indubbio, ma gli esiti sulla salute cardiovascolare, non sarebbero così scontati.
Alcuni scienziati ritengono difatti che le statine non sono sostanzialmente riuscite a migliorare gli esiti cardiovascolari. Ma, cosa ancora più grave, è che molti studi che hanno avallato l’efficacia delle statine hanno trascurato i numerosi gravi effetti collaterali negativi di questi farmaci.
I sostenitori delle statine avrebbero usato quello che gli autori chiamano «inganno statistico» per fare affermazioni sulla loro efficacia.