L’artrite reumatoide è una malattia autoimmune in cui il sistema immunitario attacca erroneamente le articolazioni. È caratterizzato da dolore, gonfiore e rigidità delle articolazioni, più comunemente quelli delle mani, dei piedi e dei polsi. Anche se i sintomi possono essere gestiti con il trattamento, i pazienti comunemente sperimentano riacutizzazioni imprevedibili e debilitanti durante le quali il dolore e il gonfiore peggiorano significativamente.
La probabilità di sviluppare l’artrite reumatoide è stata a lungo nota essere determinata dalla presenza dell’antigene leucocitario umano (HLA). È stato anche osservato che, tra i portatori della variante del gene HLA, coloro che fumano hanno maggiori probabilità di sviluppare l’artrite reumatoide e sperimentare sintomi più gravi.
Vivere in aree urbane, dove ci sono livelli più alti di fumi di scarico è stato anche associato ad un aumentato rischio di sviluppare l’artrite reumatoide. Si ritiene che la componente degli inquinanti ambientali responsabili di questo aumento del rischio sia la diossina, che ha già dimostrato di aumentare la gravità in un modello sperimentale di sclerosi multipla (anche una malattia autoimmune).
I ricercatori della Michigan University hanno studiato la relazione tra il gene HLA e la diossina in un modello murino di artrite reumatoide. Hanno scoperto che la combinazione di diossina e variante del gene HLA determina un aumento del numero di osteoclasti iperattivi che portano a un’eccessiva distruzione ossea.
Il professore Joseph Holoshitz della The School of Medicine dell’Università del Michigan, ha illustrato: “In questo studio abbiamo dimostrato che l’interazione tra la diossina e la variante del gene HLA attiva eventi noti per essere associati all’artrite reumatoide. E abbiamo dimostrato in modo abbastanza convincente che questo facilita la distruzione delle ossa…
La diossina è solo una delle molte sostanze chimiche che attivano in modo simile questo percorso.” La scoperta che la distruzione ossea nell’artrite reumatoide è aumentata dagli inquinanti ambientali evidenzia un nuovo potenziale bersaglio per i trattamenti di artrite reumatoide. Gli attuali interventi agiscono riducendo l’infiammazione delle articolazioni, ma può essere possibile ottenere una maggiore efficacia con farmaci che riducono specificamente la distruzione ossea.
Il team di ricerca ha già identificato alcuni potenziali candidati ai farmaci che bloccano il percorso attivato dal gene HLA e prevengono il danno alle ossa. Questi composti hanno dimostrato di inibire completamente l’artrite reumatoide nei modelli sperimentali di topi.