Francesca Grisenti e Eva Martucci nei panni di Le Sorelle Prosciutti per Teatri Reagenti, con regia di Massimo Donati.
Teatro civile che combina gli elementi della realtà, alla ricerca della alchimia visionaria del teatro; uno spettacolo che, nel raccontare l’attività di famiglia di due sorelle, richiama riflessioni sui mutamenti nell’Italia del lavoro dal secondo dopoguerra a oggi.
Due giovani donne. Giovani, ma neanche troppo. Dietro di loro c’è una storia. È quella di una famiglia che per 50 anni ha fatto “i prosciutti più buoni del mondo”. Sì, certo, sono buoni anche la Pata Negra e il San Daniele, ma questo non è mica uno spettacolo obiettivo, soprattutto se a raccontare c’è qualcuno che fra i prosciutti ci ha giocato a nascondino da piccolo.
Tra le vite vissute s’incastra la storia di un paese, che in mezzo secolo si è ritrovato artigiano, industriale e poi interinale. Una storia di successi, di fatiche, di rotture, di cambiamenti. E di un vuoto da colmare. C’è un filo di malinconia per il tempo che non c’è, ma anche l’ironia di chi guarda le cose da lontano.