Le società energetiche riceveranno aiuti dall’Unione europea? La domanda nasce dopo che al Consiglio straordinario dei ministri dell’Energia dell’Unione europea riunitosi ieri non è stata raggiunta un’intesa. Sul tavolo della discussione c’era il piano europeo esposto due giorni prima da Ursula Von Der Leyen per fronteggiare la crisi energetica. Pomo della discordia, se così vogliamo dire, è stato il “price cup”, vale a dire il tetto sul prezzo del gas. Ricapitoliamo l’intera questione per fare chiarezza su un tema molto delicato.
Società energetiche: quale sostegno riceveranno
Il piano dell’Unione europea per far fronte alla crisi energetica, illustrato il 7 settembre dalla presidente del Consiglio europeo, consta di cinque punti:
- riduzione del consumo di elettricità: il taglio dovrebbe mantenersi intorno al 10% e scattare il 1° novembre fino al 31 marzo 2023;
- contributo di solidarietà alle aziende di combustibili fossili;
- sostegno alle aziende energetiche in difficoltà. Il sostegno potrebbe essere sotto forma di liquidità o di garanzie pubbliche;
- creazione di un tetto massimo ai ricavi delle aziende che producono energia da fonti alternative al gas. Tra queste potrebbero esserci anche le aziende che si occupano di fonti rinnovabili;
- creazione di un tetto al prezzo del gas.
Le misure pensate dovrebbero, secondo la Von Der Leyen, soddisfare due necessità: la prima è quella di togliere a Putin le risorse economiche che usa per finanziare la guerra in Ucraina; la seconda è far recuperare agli Stati membri dell’Europa liquidità da destinare a iniziative rivolte ai cittadini.
Price cap sì o no?
Il punto sul quale i ministri dell’Energia riuniti a Bruxelles non hanno trovato l’accordo, come dicevamo, è il price cap: il tetto al prezzo del gas. Pur essendo i Paesi d’accordo sulla necessità di fissare un tetto al prezzo del gas, si sono divisi sulle modalità con il quale attuarlo. Tranne un piccolo numero di Paesi che ha espresso il bisogno di prendersi altro tempo per riflettere, la maggior parte si è detta favorevole a fissare un tetto al prezzo del gas proveniente da tutti i Paesi; una terza porzione, infine, si è detta favorevole a fissare un tetto solo al prezzo del gas russo. Una distanza, quella tra le posizioni, non lunghissima ma che è bastata a non trovare un accordo per cui tutto sembra rimandato a un nuovo incontro che dovrebbe tenersi a metà settembre.
L’inverno alle porte
E’ prudente prendersi ancora del tempo per risolvere questo problema? Le temperature ancora pienamente estive forse ci traggono in inganno ma l’inverno, con le difficoltà che purtroppo porterà con sé, è alle porte. A ricordarlo è stato il nostro presidente Sergio Mattarella in questi giorni in visita nei Balcani. “Servono risposte non teoriche, ma concrete – ha dichiarato Mattarella – per difendere le famiglie e le imprese dalle speculazioni politiche e finanziarie. È pertanto urgentissimo procedere col price cap, superando le ultime resistenze che vi sono nell’Unione“
In copertina foto di PublicDomainPictures da Pixabay