Fuori dai riflettori e nella totale assenza di strumenti di produzione adeguati è dove fermenta un sottogenere di musica estrema derivata dal rap. Si tratta del noise rap, noto anche come industrial rap, nato dall’unione fra le rime del rap tradizionale con le basi di musica elettronica. Spesso prevede produzioni amatoriali e minimali per precisa scelta stilistica degli autori, a volte tale da rendere labile il limite stesso fra l’arte e la non arte. Questo è il caso di Makumbo, nome d’arte di Ivano B., artista trentenne di Rimini che produce e suona noise rap dal 2012, anno in cui entra a far parte della Radon Squad. Crew formata da Old Nix, Fakema Avengers e altri artisti della provincia di Rimini, attualmente inattiva da almeno un anno.
Makumbo si presenta con il volto coperto da una maschera tribale e descrive la sua musica come un insieme di scarti della vita quotidiana, sintetizzati e racchiusi in album musicali, e veicolati attraverso la rete. Il suo esordio arriva con la pubblicazione del primo album, Lettere Armate, nel 2015.
“Sia nella musica che nell’arte il bello e il fatto bene è obbligatorio per essere conosciuti, ma nella vita esiste il male e tutti lo ignorano, ma esiste fortemente. A me piace dissacrare, mostrare il contrario e valorizzarlo“, afferma Makumbo. “Penso che gli eventi negativi, come la sofferenza, inconsciamente rimangano più impressi di quelli positivi. Un esempio classico è la crocifissione di Cristo, oppure l’11 settembre.”, conclude.
Per Makumbo l’arte è “un metodo per integrare i disagiati e gli emarginati. Mi ritengo un cercatore irrazionale della verità, occupandomi di esistenzialismo e paranormale attraverso la musica”, dice. Le sue produzioni sono scarne e grezze per scelta, per l’intenzione a volersi contrapporre nella maniera più radicale possibile al modus operandi che caratterizza l’attuale scena di rapper e trapper in Italia.