Ancora una volta le Regioni hanno ribadito forte e preciso il loro no alle coltivazioni di alimenti transgenici riaffermando al ministro dell’agricolotura la loro autonomia decisionale in merito alla questione OGM
Le Regioni ribadiscono al ministro Galan il proprio no alle coltivazioni Ogm in Italia. L’occasione, la seduta della Commissione Politiche agricole ed il successivo Comitato tecnico agricolo, “nel quale – spiega il coordinatore della Commissione, l’assessore della Regione Puglia, Dario Stefano – il ministro Galan aveva arbitrariamente reintrodotto in discussione questo argomento”. In una lettera indirizzata e consegnata al titolare del Ministero delle Politiche Agricole sono state spiegate le ragioni del no.”Abbiamo ribadito – prosegue Stefano – che l’intesa sulle linee guida sulla coesistenza è stata già ritirata dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome il 7 ottobre scorso. In più, in quella stessa sede fu approvato un ordine del giorno in cui si chiedeva ai Ministeri competenti di procedere all’attivazione della clausola di salvaguardia, a norma dell’art.23 della Direttiva CE 18/2001, nei confronti delle “varietà geneticamente modificate. In analogia con quanto già fatto da altri Paesi quali Austria, Francia, Germania, Grecia, Lussemburgo e Ungheria”.”L’attivazione della clausola di salvaguardia – ha proseguito l’assessore – rappresenta l’unico strumento che in modo inequivocabile può portare al raggiungimento dell’obiettivo di mantenere il territorio di tutte le Regioni italiane libero da coltivazioni transgeniche, risolvendo anche i contenziosi esistenti che, comunque, non possono essere imputati ad inadempienze da parte delle Regioni e Province Autonome”.